REDAZIONE AREZZO

"Baby gang, la soluzione non è la galera"

I giovani delle realtà politiche, Azione, Giovani democratici e Futuro aretino intervengono sul tema e parlano di lavori socialmente utili

gang

Arezzo, 7 giugno 2022 - Tessuto sociale fertile per emulare i cattivi, baby gang, paura dei giovani ad uscire in centro, corto circuito tra famiglie e ragazzi. Sono temi sui cu riflettono i giovani. Come Francesco Simi, Lorenzo Franchi e Alessio Occhini intervenuti ieri nel corso della conferenza “Baby gang la galera è un buon primo passo?” organizzata alla Feltrinelli. “In Italia il tasso di recidiva degli ex detenuti è al 70%, più di 2 persone su 3, una volta uscite dal carcere, commettono ulteriori crimini e devono scontare un'altra pena. Il dato aumenta man mano che l'età diminuisce e ci fa capire che il carcere non riesce a rieducare il detenuto e reinserirlo in società. L'obiettivo della politica deve essere quello di trovare una soluzione, non seguire gli umori dei gruppi facebook. Perciò ci chiediamo, come può essere la galera il migliore strumento contro le baby gang”. Giovani ventenni aretini che intervengono su un tema che sta a cuore ai giovani, dopo l’arresto dei componenti della baby gang che dettava legge in città. Coetanei che parlano di altri coetanei protagonisti di episodi di violenza in centro, che chiedono alle istituzioni di non sottovalutare il problema pur dicendosi contrari alla galera.

“Veniamo da diverse realtà politiche, Azione, Giovani democratici e Futuro aretino – dicono – siamo partiti domandandoci se la galera sia un buon primo passo per la baby gang e secondo noi no. Non per buonismo, siamo dalla parte di legalità e aggrediti, ma il problema va risolto alla radice. C’è uno studio della Bocconi che dice che quando una persona fa lavori socialmente utili la recidiva scende al 20%”. I giovani aretini rispondono anche alle dichiarazioni del vice sindaco Tanti: “Pulire i cessi, come ha detto qualcuno, non è la soluzione con tutto il rispetto per chi lo fa di lavoro. Ci aspettiamo che un giudizio su un atto criminale venga da un organo giuridico e non amministrativo e al vice sindaco che ha anche delega al sociale, ricordiamo la definizione di servizio sociale, che promuove emancipazione sociale e liberazione delle persone, altro che pulire i cessi per punizione. Occorre rieducare e fare lavori socialmente utili, ma anche intervenire sul tessuto sociale. Ad Arezzo vanno ripensai Spazio Famiglie e Casa delle culture. Il fenomeno baby gang non è solo aretino ma diffuso in Italia, col 20% dei minori che ha commesso almeno un atto vandalico”. E parlando della classifica sulla qualità della vita in cui Arezzo spicca alla voce bambini, i ragazzi dicono: “La città è al secondo posto per la qualità della vita dei piccoli, non è così per gli adolescenti.

Il Comune dovrebbe parlare ai cittadini non mandarli in galera, gli atti delle baby gang si basano sul contesto sociale in cui i ragazzi sono cresciuti tra problemi economici e disagi familiari aumentati con la pandemia. Dall’amministrazione ci aspettiamo più servizi a supporto di ragazzi e famiglie. Il minore che sbaglia non va stigmatizzato e messo alla gogna social, ma recuperato. Un detenuto in media ci costa 150 euro al giorno, il doppio se recidivo, è un problema di tutti, vanno supportate famiglie, scuola, decenti e sviluppata l’educazione civica. Reclusione ed isolamento sono un circolo vizioso”. Per i giovani aretini mancano luoghi e occasioni di svago. “Se la città offre poco e i ragazzi sono tutti concentrati a bere alla Badia anche se pochi, assembrati sembrano tantissimi, saremmo disposti a confrontarci col vice sindaco su questo. Molti dei nostri coetanei hanno paura di uscire, aumentano i gruppi di ragazzi pericolosi, è necessario intervenire sul disagio”.