REDAZIONE AREZZO

«Mi arrendo ai cinesi», chiude l'ennesimo negozio storico nel quartiere bazar di Saione

Lì dal 1850, in via Piave si è arreso Marini, al suo posto un megastore orientale. Il melting pot della zona più multietnica

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Arezzo, 18 ottobre 2016 - Il negozio Marini al numero 6 di via Piave c’era dal lontano 1850. Oltre un secolo e mezzo, salvo far spazio circa un mese fa ad un’altra attività. Ha chiuso in sostanza l’ennesimo negozio storico in città e adesso nuove vetrine vengono colonizzate da commercianti stranieri. Nella fattispecie sono cinesi gli imprenditori che hanno affittato il grande spazio di via Piave diventando di fatto gli affittuari della famiglia che ha chiuso ma che resta proprietaria del fondo. Via l’insegna Marini (dal 1850), qui prestissimo aprirà i battenti «Mondo risparmio». «Eravamo al commercio dal 1850 - spiega il titolare del negozio Gilberto Caizzi Marini - quattro generazioni che hanno sempre venduto mobili di lusso in questo quartiere. Ma il modo di acquistare mobili è cambiato e il quartiere con tutta la zona Saione lo stesso, poi ci sono le tasse che ci rovinano e gli incassi che scarseggiavano. Per questo seppur con grande dispiacere dopo tutti questi anni, abbiamo deciso di chiudere.

Ci prendiamo uno o due anni di riposo ma non escludiamo di riaprire magari in un fondo più piccolo e in centro. Il mondo e il modo di fare commercio infatti è cambiato. Per questo abbiamo deciso di affittare il fondo ad una famiglia di cinesi che nel nostro negozio aprirà presto una grande attività che vende un po’ tutto: dall’abbigliamento all’arredamento, passando per i casalinghi. Non solo via Piave è cambiata, ma tutto il quartiere». Saione infatti da anni ha mutato volto e si è trasformato in un vero e proprio melting pot di culture. Lo stesso che traspare dalle vetrine e dalle attività che spuntano come funghi mese dopo mese, a volte settimana dopo settimana. Via gli italiani, spazio agli stranieri. Segno dei tempi ma anche di un quartiere che ha fatto da calamita più di altre zone cittadine diventando multietnico. I cinesi qui hanno almeno quattro grandi store che vendono dall’abbigliamento ai casalinghi e tra gli altri sono titolari di un ristorante giapponese, un parrucchiere e un fruttivendolo.

Ma Saione è anche piena zeppa di phone center e kebab, alimentari multietnici, sarti e negozi di abiti usati, circoli ricreativi e sale biliardo tutti con titolari stranieri. Dagli arabi agli indiani, passando per pakistani e indiani, asiatici e, colonizzatori dell’ultimo periodo, anche gli africani. «Che Saione abbia cambiato il suo volto è un dato di fatto - continua l’ex titolare di Marini - non solo per la presenza di moltissime attività di cinesi. In via Piave per esempio c’è un negozio di africani. Anche gli altri commercianti italiani possono confermare come la zona si sia trasformata negli anni».