DIEGO D'IPPOLITO
Cronaca

Arezzo Fiere, due locali per ripianare i debiti sull'Imu con il Comune: ma l'auditorium no

Il presidente Boldi risponde al pressing e alle richieste di Palazzo Cavallo. Sono spazi sempre nel complesso della struttura

Andrea Boldi e Alessandro Ghinelli

Arezzo, 8 dicembre 2018 - Prove di dialogo tra Arezzo Fiere e il Comune di Arezzo? Intanto si riparte dal parcheggio per la città di Natale e poi, forse, si potrebbe continuare con due immobili per il valore di 1,5 milioni a compensazione dell’Imu. Vedremo se basterà per sospendere, almeno per un po’, i toni ruvidi e leggermente astiosi tra Boldi e Ghinelli. Perché, alla fine va detto, la filigrana dei rapporti di politica e potere non è mai fatta di odio e di amore. Queste sono categorie da vetrina mediatica, la realtà è fatta di interessi che ora coincidono ora no.

Riavvolgiamo il nastro: alcune settimane fa, lanciato da una interrogazione in consiglio comunale, il sindaco aveva messo in fila una serie di accuse sulla gestione, a suo parere non ottimale, di Arezzo Fiere. Il giorno dopo, la penna di Boldi è partita spedita come se fino a quel momento fosse stata stretta e costretta tra le mani per mesi. E’ bastata la prima goccia di inchiostro e giù un fiume di parole che covavano dentro da tempo.

Un’analisi sui debiti pregressi, una sulla gestione attuale e poi l’accordo con Ieg e la stoccata finale al sindaco: «tu non fai il bene della città» aveva gridato Boldi. Poi le settimane sono passate, nel mezzo c’è stato il governatore della Regione che sibillino («se tutti facessero la propria parte..») aveva fatto sentire, timidamente, la propria vicinanza a Boldi. Ora l'offerta per cercare di ripianare quel discusso debito che Arezzo Fiere ha maturato nei confronti del Comune per l’Imu non versata. «Voglio l’auditorium», aveva tuonato Ghinelli, «l’auditorium non te lo posso dare» aveva risposto Boldi.

A distanza di qualche giorno ecco la controfferta: due locali sempre ad Arezzo Fiere, tra la Camera di Commercio e la banca, dotati di ogni comfort e pronti all’uso. Per farci cosa? Beh, questo è tutto da vedere, ma intanto è sempre meglio di un credito; ma peggio, diciamolo, di un auditorium.

Fanno parte gli immobili di un lotto formato da più locali, messo in vendita alcuni mesi fa. Di questi uno è ora una filiale di banca, un altro sarà la sede della scuola di cucina di Confesercenti, in un altro ancora troveranno il loro spazio Confagricoltura e gli apicoltori. Comunque vada, metti che il Comune accetti i due fondi, la storia non è certo finita qui perché Arezzo Fiere ha una compagine societaria mica così semplice: il colore è in una fase progressiva di mutamento, il futuro è quindi fortemente appeso a cosa succederà da qui a un futuro breve.

E poi c’è il capitolo delle fiere orafe che sono il vero motore della macchina guidata da Boldi. Sulle date si dibatte, perché sono proprio le date, da posizionare in uno complesso calendario internazionale, a fare la vera differenza.