Arezzo, 12 febbraio 2018 - Ornella si chiamava, Ornella Occhini e aveva 53 anni. La vedevano tutti i giorni camminare, camminava e camminava: Ponticino, Pieve a Maiano, Poggio del Drago. Capelli bianchi mal tenuti, infagottata in vestiti improvvisati, silenziosa con tutti, qualche parola soltanto alla Caritas del paese di Pupo quando andava a ritirare qualche pasto. Adesso nessuno la vedrà più.
Ornella è morta dentro l’auto che era diventata la sua casa, una vecchia Fiat 600 ammaccata che aveva parcheggiato a Poggio del Drago. Morta di freddo, dicono le cronache. Morta da sola dopo una scelta di vita irrevocabile. Voleva così e non c’era stata verso di convincerla a farsi aiutare. Ufficialmente risiedeva a Civitella della Chiana ma la sua terra ricadeva nel comune di Laterina Pergine che secondo la carta d’identità, ma solo per quella, aveva lasciato nel 2011.
«E’ una perdita per la nostra comunità» dice la sindaca Simona Neri che ricorda come Ornella fosse quasi stata adottata dai paesi del territorio. «La gente le voleva bene, le portava pasti per ristorarla, tanti le offrivano anche un riparo al caldo per la notte ma lei rifiutava sempre, non è mai stata disposta a rinunciare a quella vita errabonda». Il comune di Laterina Pergine aveva cercato alcuni anni fa di inserirla in un programma di aiuto e aveva mobilitato anche le assistenti sociali: ma nulla da fare, Ornella non voleva, garbatamente diceva di no, intendeva stare da sola e portare avanti una scelta di vita estrema.
La vecchia 600 era il suo rifugio, lì passava le sue notti sotto un grande leccio, d’inverno avvolta in una coperta che però, evidentemente, non è bastata a proteggerla nel corso delle sue ultime ore. Religiosa, per Natale aveva allestito anche un piccolo presepe accanto all’auto e andava regolarmente a Messa.
Ma perché una vita così? In paese le voci si intrecciano, si parla di una delusione amorosa avuta una decina di anni fa e forse anche di più. Ornella sarebbe stata lasciata dal partner, tradita pure finanziariamente fino a restare in miseria.
Un trauma improvviso e per lei devastante che avrebbe condizionato la sua esistenza in modo irrimediabile fino a portarla a chiudere i rapporti con il mondo. E questo nonostante molte persone si interessassero alla sorte di una donna mite ed educata, risoluta a non accettare aiuti da nessuno se non un pasto caldo, l’acqua in estate, qualche spicciolo in elemosina.