Paolo Brogi
Cronaca

Ammazza il rivale dentro casa, un colpo alla gola. Spara, scappa e poi cade: preso / FOTO

L'omicidio a Sinalunga, la vittima ha 22 anni. L'assassino è un pastore di Foiano, si è trascinato fino a un burrone. Prima la lite e poi una coluttazione

Carabinieri (Foto di archivio)

Arezzo, 11 maggio 2018 - Un colpo di pistola alla gola, sparato da distanza ravvicinata che non gli ha lasciato scampo. Andrea Ndoja, 22 anni, ha avuto appena il tempo per correre dall’amico, abbracciarlo, intingerlo con il suo sangue e sussurragli qualcosa prima di spirare. Una tragedia che ieri mattina, appena qualche ora dopo l’efferato omicidio, si leggeva sulle facce degli abitanti della tranquilla Sinalunga, colpita al cuore da qualcosa di sconvolgente e tremendo.

Sguardi seri, poca voglia di parlare, dalla centrale piazza Garibaldi, salendo per via Umberto I fino all’abitazione teatro dell’omicidio, metro dopo metro, l’aria si fa come più pesante fino a che, davanti a quella porta insanguinata, sembra mancare quasi il respiro. Siamo in una bella zona di Sinalunga, pochi metri oltre c’è addirittura l’abitazione dell’onorevole Rosy Bindi, ma quanto successo mercoledì sera è una cicatrice che resterà per tanto tempo a sfregiare la serenità della cittadina.

Davanti alla porta del delitto ci sono i Carabinieri a presidiare, il nastro bianco e rosso delimita la zona invalicabile, cerchi di gesso sull’asfalto indicano le tracce di sangue davanti all’abitazione, che scendo lungo via Umberto, si infilano in una vicina traversa per fermarsi davanti a un cancello di un’altra casa.

E’ il tragitto dell’omicida, Giulio Sale, 45 anni, pastore di origine sarda. E’ lui che mercoledì intorno alle 21,30 si è presentato a casa del rivale, arrivando dalla vicina Foiano dove risiede. Questioni economiche e vecchi rancori mai stemperati il motivo di attrito tra i due uomini. Un aspetto questo su cui stanno lavorando in profondità gli uomini dell’Arma e nelle prossime ore il quadro sarà sicuramente più preciso e ricco di dettagli.

Giulio Sale arriva dunque a casa di Andrea Ndoja, dopo che per l’intera giornata i due si erano sentiti per telefono e le parole che erano volate non facevano certo immaginare niente di buono. Ora i due sono l’uno davanti all’altro, la tensione è altissima nasce una colluttazione sulla porta d’ingresso. Giulio Sale tira fuori la pistola e spara colpendo alla gola il giovane Andrea Ndoja, il corpo a corpo continua per qualche secondo ancora, poi l’omicida si divincola e si dà alla fuga.

Addosso il pastore ha il sangue del rivale e lascia copiose tracce sull’asfalto. Corre disperato, cercando di allontanarsi il più velocemente possibile. Imbocca una vicina traversa, scavalca un cancello e prova a scomparire nell’oscurità. Ma il terreno è impervio e l’uomo cade rovinosamente procurandosi una brutta frattura ad una gamba. Non basta questo a bloccarlo, tanta è la voglia di allontanarsi dalla sua colpa.

Il sardo si trascina per quasi un chilometro, prima di finire all’interno di un fosso, dopo aver gettato la pistola lontano. E’ qui che i Carabinieri lo trovano completamente infangato e lo arrestano, dopo essersi fatti indicare dove ha gettato l’arma del delitto, in seguito ritrovata. La paura è finita, il ricordo, quello, non si spengerà mai.