REDAZIONE AREZZO

«Con il coraggio dei trent’anni apro un nuovo ristorante»: l’avventura di Aliciati

Un diploma all’accademia di Gualtiero Marchesi e un sogno che si realizza in pieno centro storico ad Arezzo

Giovanni Aliciati

Arezzo, 28 ottobre 2017 - Trent'anni, un diploma all’accademia di Gualtiero Marchesi e un sogno: aprire un ristorante nella propria città. Parte domani l’avventura di «Aliciati», il nuovo locale che aprirà i battenti in via Bicchieraia. A inaugurarlo lo chef Giovanni Aliciati (nella foto) e sua moglie Angela. L’avventura parte domenica, da martedì in poi il ristorante sarà aperto a pranzo e cena.

Mettersi in gioco a trent’anni con un locale in proprio: che avventura è quella che sta per cominciare?

«Un’avventura che parte da lontano, fin da quando ho ottenuto il diploma l’idea è sempre stata quella di mettermi in proprio per aprire qualcosa di mio nella mia città. Assieme a mia moglie Angela abbiamo deciso di intraprendere questa avventura, è stata una lunga ricerca per trovare il locale dei nostri sogni, ma alla fine la fatica è stata ripagata: il ristorante è proprio come lo volevamo E anche se ci è costato tanto stress siamo felicissimi del risultato».

Cosa deve aspettarsi una persona che decida di venire a mangiare da «Aliciati»?

«Cerchiamo di rimanere nel solco delle tradizionale, o meglio, proponiamo piatti semplici della tradizione toscana, italiana in generale e anche internazionale. Sarà infatti possibile assaggiare ricette tradizionali francesi o spagnole. L’ambiente è improntato all’accoglienza e alla convivialità: non volevamo mettere su un locale impostato, non c’è il rigore della forma. Si può tranquillamente venire a mangiare, bere e fare due chiacchiere. Abbiamo cercato, insomma, di trasmettere la nostra personalità».

Qual è il più grande insegnamento che ti ha dato Gualtieri Marchesi?

«Il rigore. In cucina serve passione ma anche tanta tecnica e l’amore per le materie prime. Prima di inventare ricette, è essenziale la conoscenza di quello che hai sotto mano, saperlo lavorare con criterio e senza improvvisazione. Lui mi ha trasmesso tutto questo».

Ad Arezzo non mancano ristoranti e posti di ristoro, come vedi il mercato da questo punto di vista?

«Penso che nella ristorazione ci sia posto per tutti. Non facciamo niente di diverso dagli altri, siamo un ristorante a tutti gli effetti, cerchiamo però di trasmettere la nostra filosofia di cucina tendente al semplice, con materie prime selezionate rigorosamente, e di trasmettere le nostra personalità nei piatti. Nel menù ci sono le ricette che piacciono a noi e speriamo che vengano accolte con favore. L’aretino, per esperienza, cerca nella cucina qualcosa di rassicurante, che non si discosti molto dalla tradizione ed è quello che noi facciamo, mettendo comunque la nostra impronta, il tocco di personalità».