Arezzo, 24 ottobre 2018 - ASSEDIATI dallo spaccio. Non solo Arezzo è la sesta provincia italiana per denunce di reati di droga ogni 100 mila abitanti, una capitale nazionale in pratica, ma è anche la prima per aumento del fenomeno fra il 2016 e il 2017: addirittura il 32 per cento in più. Sostanzialmente un pusher in più indagato o arrestato ogni tre. Cifre che impressionano, cifre che danno l’idea di un boom negativo impetuoso. Ricavate tutte dalle pieghe dell’ultima classifica del Sole-24 Ore sull’indice della criminalità, basata a sua volta sui numeri ufficiali del Viminale, il ministero dell’Interno.
Che la situazione fosse critica sta nelle percezione di chiunque segua la cronaca di ogni giorno: manette, intere zone come il Pionta, Campo di Marte e i giardini del Porcinai in cui la guerra fra le forze dell’ordine e gli spacciatori è pane quotidiano, scontri sempre più frequenti fra i fornitori che si contendono il controllo di un mercato degli stupefacenti la cui appetibilità cresce di giorno in giorno. Nigeriani contro magrebini, etnie di colore contro altre gang di immigrazione.
LE STATISTICHE tuttavia contribuiscono a rendere ancor più concreto il quadro: 317 denunce (compresi gli arresti) nel 2017, 92,3 ogni 100 mila abitanti, con quella crescita vertiginosa di cui si diceva. E’ vero, ad esempio, che a Cagliari o a Genova gli indagati sono rispettivamente 122 e 114 per 100 mila residenti, ma le percentuali di crescita sono assai inferiori: il 13 e 27. A Roma, terza in classifica, c’è addirittura un calo in confronto al 2016.
Tanto per esemplificare ancora, Arezzo sta addirittura prima di Macerata, quindicesima in classifica, che nel 2017, con la sparatoria del sedicente vendicatore di Pamela sugli immigrati presi a simbolo dei pusher, era diventata il modello per eccellenza del disagio da microcrimine di droga. Nel capoluogo marchigiano siamo a 274 denunce (il quindici per cento in meno rispetto ad Arezzo), 82 ogni 100 mila abitanti (dieci per cento in meno) e un calo sul 2016 ancora del 15 per cento.
COI NUMERI bisogna stare attenti, perchè quel 32 per cento in più di denunce significa anche che polizia, carabinieri e pure Municipale hanno stretto le maglie, migliorando la capacità di repressione. Ma pare probabile che le cifre certifichino anche una maggior ramificazione di spaccio e pusher. Saione, il quartiere più problematico, la zona della stazione, i parchi, persino aree un tempo tranquille come i margini del Giotto sono la linea del fronte. Il mercato, come La Nazione aveva scritto alcuni giorni fa, è sempre più fluido, con nigeriani e altre etnie dell’Africa profonda, tunisini, marocchini e algerini che provano a ricavarsi la propria fetta. Non c’è un padrone ma tanti che aumentano l’offerta verso una clientela sempre più diversificata. Il risultato sono questi numeri che fanno paura.