"Il dipartimento di Arezzo non ritiene di chiedere alle autorità competenti l’adozione di provvedimenti, non essendo emerse, in fase ispettiva, particolari criticità ambientali". Sono le ultime righe del comunicato con il quale Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) ha illustrato gli esiti del sopralluogo a San Zeno in seguito all’esplosione all’interno della Safimet, azienda che si occupa del recupero e dell’affinazione dei metalli preziosi. Nella nota di Arpat viene anche ricostruito quanto accaduto nella giornata di mercoledì in seguito "all’esplosione di un reattore dove era in corso la produzione di un sale di palladio tramite utilizzo di reagenti chimici di base come ammoniaca e acido solforico".
"Questa lavorazione viene normalmente effettuata dall’azienda e fa parte del ciclo produttivo da circa 20 anni - scrive Arpat - Al momento del sopralluogo, non era più avvertibile alcun odore di sostanze chimiche utilizzate nel processo produttivo (ammoniaca, acido cloridrico, acido nitrico, cianuro ed altro) e non erano visibili vapori o fumi sia all’interno che all’esterno dell’impianto. Il personale intervenuto ha verificato che la detonazione ha causato il crollo del tetto, senza innescare incendi, e determinato la fuoriuscita della soluzione presente nel reattore (circa 150 litri) e dei liquidi di una tubatura di rete, probabilmente danneggiata dalla caduta di materiale cementizio. Il materiale rilasciato è rimasto confinato in un’area circoscritta e sarà aspirato e trattato dall’azienda come rifiuto". L’esplosione ha danneggiato due tubature aeree poste sotto il rack esterno, dedicate al trasporto dell’acido cloridrico e solforico, il cui flusso è stato prontamente interrotto e la linea di trasporto del vapore acqueo posto nel reparto di affinazione. "Il personale ha ispezionato anche il reparto dove vengono trattate le soluzioni cianurose, verificando che non risultava interessato dall’evento; quindi, è da escludere il rilascio di cianuri come riportato, erroneamente, in alcune notizie apparse sui social media. A seguito dell’incidente, tutte le utenze di fluidi di processo, di reagenti e la parte tecnica sono state interrotte".
Anche l’azienda è intervenuta in merito sottolineando che "non si sono verificati danni all’ambiente, alla salute dei lavoratori e della comunità locale, né pericoli immediati e futuri per la pubblica e privata incolumità, peraltro, come già confermato ieri nell’immediatezza del fatto dagli enti locali". L’azienda ha quindi rassicurato "tutti sul fatto che è sua priorità assoluta assicurare il costante e puntuale rispetto dei valori dell’ambiente oltre che la sicurezza del luogo di lavoro, continuando a mantenere e perseguire i più elevati standard di controllo e prevenzione".
Tra l’altro proprio ieri mattina alcuni dipendenti dell’azienda sui propri canali social avevano pubblicato post con i quali hanno voluto a loro volta smentire la fake news circolate in chat e via sms in seguito all’incidente all’interno dello stabilimento.
Matteo Marzotti