REDAZIONE AREZZO

Arte digitale e immagini satellitari nei "Sorvóli" di Franz Rosati

Arte digitale e immagini satellitari nei "Sorvóli" di Franz Rosati

Un tentativo di rappresentazione allegorica dell’osservazione a distanza, presentato sotto forma di concerto: è l’idea di Franz Rosati, realizzata con "Sorvóli", l’installazione di arte digitale che l’artista assembla con immagini satellitari, visualizzazioni elaborate utilizzando modelli di machine learning e spazi virtuali generati dall’analisi delle informazioni recuperate dai veicoli spaziali in orbita intorno alla Terra, e basata sui progetti "Latentscape" e "Distantia". La mostra "Sorvóli" sarà ospitata nell’atrio d’onore del palazzo della provincia di Arezzo, con inaugurazione oggi alle 18.30. L’esposizione, a cura di Giuseppe Simone Modeo, si terrà con accesso libero da domani a giovedì 4 maggio, con il patrocinio di Regione, Comune e Provincia.

Protagoniste, le forme intricate e affascinanti del nostro pianeta restituite dal satellite, rappresentazioni grazie alle quali possiamo ottenere informazioni complesse, pur rimanendo un osservatorio selettivo, in cui la bellezza della natura e dei suoi insediamenti spesso nascondono le ombre della realtà.

Un percorso audiovisivo multimediale tra immagini, ma immerso in un suono generato da algoritmi di machine learning addestrati da set di dati personali, come un coro che emerge e comunica con urgenza tutto ciò che l’osservazione selettiva del satellite non può rappresentare. "Gli esseri umani, nella condizione iperconnessa del nostro mondo globalizzato, sono costantemente esposti a forme disumane di complessità, che si manifestano attraverso la mediazione computazionale di enormi quantità e tipologie di dati - affermava il compianto artista Salvatore Iaconesi - Eppure nessuno delle decine di sensi, interni ed esterni, di cui il nostro corpo è dotato, ha alcuna sensibilità a queste quantità e tipi di dati, e men che meno alla computazione.

Ci troviamo nella condizione sistematica di non poter fare esperienza del mondo e di non poterne trarre un senso".