Arezzo, 3 dicembre 2024 – Un anno ad alta tensione. L’incubo del settore orafo di Arezzo, oltre 1100 aziende per 8mila dipendenti, è ricominciato il 20 ottobre 2023 a Quarata. Un colpo da film come non se ne vedevano dall’ondata del 2011 con alcuni colpi milionari: i ladri segarono tronchi d’albero per chiudere la strada e rendere la fuga più agevole e sfondarono il cancello di una delle aziende più importanti. Uno stabilimento nuovo, con sistemi di sicurezza all’avanguardia, dissuasori e ponti radio ma non è bastato.
Da quella notte, oltre tredici mesi senza tregua, alla media di due colpi al mese andati a segno. Da tempo le associazioni di categoria Confindustria, Cna e Confartigianato riunite nella Consulta orafa guidata da Giordana Giordini, chiedono una risposta alle istituzioni, un segnale preciso.
Presidente Giordini, l’ondata di furti non si ferma più...
“Siamo preoccupati ma anche molto arrabbiati: non c’è rimasto altro che fare le ronde o delocalizzare le nostre aziende”.
Del tema si sono interessate anche le televisioni nazionali, ieri era a Rete 4 a raccontare il dramma del distretto.
“Ne parliamo perché vogliamo sensibilizzare il governo perché mandi più uomini. Dovrebbero essere venti quelli in più in arrivo alla questura: chiediamo che lo Stato ci aiuti perché ciò che abbiamo in questo momento non è in grado di fermare l’escalation di furti. Non vogliamo che Arezzo diventi luogo di ‘shopping per ladri’”.
Gli imprenditori sono sull’orlo di una crisi di nervi, giusto?
“Per noi non è più vita. Teniamo d’occhio il telefonino di continuo, non ci possiamo permettere di andare un sabato sera in un ristorante in cui non c’è segnale. E la notte ci addormentiamo con il pensiero fisso che questa volta possa toccare a noi”.
Il governo ha parlato dell’invio di agenti, una ventina, per arginare il fenomeno...
“Dopo tutto quello che facciamo, adesso ci sentiamo presi in giro: agli annunci non seguono i fatti. Ci sono almeno due bande che stanno imperversando sul territorio, una molto strutturata, quella entrata in azione la scorsa notte, e altre più blande. La situazione è sfuggita di mano. Sappiamo bene che Arezzo è una provincia vasta, ma se ci fosse stato un presidio importante nel territorio probabilmente la banda non avrebbe avuto tutto il tempo di rubare un escavatore, portarlo all’azienda, rubare camion, intraversarli”.
Più pattugliamento delle zone in cui insistono le aziende orafe è quanto chiedono gli orafi.
“Dobbiamo metterci intorno al tavolino e decidere un piano di pattugliamento, altrimenti lo facciamo da soli. Quando parlo di ronde vuole essere una provocazione per un intervento veloce; ma se la situazione non cambia, un imprenditore con che stato d’animo va al letto?”.
Ha chiesto condanne esemplari per chi venisse trovato a rubare nelle aziende orafe. perché?
“Sono convinta che serva un segnale forte da parte delle istituzioni. I furti non sono più un evento sporadico, ma un fenomeno sistematico che ha attirato l’attenzione di bande organizzate. Queste ultime hanno messo in atto strategie sempre più sofisticate per eludere la sorveglianza. Nel frattempo, le perdite economiche per gli imprenditori sono enormi”.