Un colpo secco. Il vetro in pezzi, un uomo che respira con l’ossigeno. È disteso sulla lettiga, a bordo di un’ambulanza della Croce Bianca che dal pronto soccorso lo accompagna in un istituto. È anziano, fragile. Accanto a lui c’è Fabrizio Sardella, soccorritore mentre Luca De Franceschi è alla guida. Le nove di sera, l’uscita dal piazzale del pronto soccorso e l’imbocco in via Uguccione della Faggiuola: all’improvviso quel colpo secco che spiazza. "Ho sentito un rumore dalla parte posteriore, in un primo momento ho pensato a una buca", dice Luca. Ma è Fabrizio a lanciare l’allarme: lui era a pochi centimetri dal lunotto posteriore, e ha visto quella bottiglia arrivare come un siluro. "Ho sentito il rumore dell’impatto e visto i vetri della bottiglia spezzata mischiarsi con quelli del lunotto in frantumi, e ho sentito scorrere un liquido". Ha reagito in pochi istanti: ha protetto il paziente, prima ancora di capire cosa fosse accaduto. "Ho detto a Luca di fermarsi perchè eravamo stati colpiti dall’esterno. Qualcuno aveva lanciato contro l’ambulanza quella bottiglia". Il profilo degli assalitori c’è già, ora bisogna dare un nome e un volto alle sagome di due giovani che dal marciapiede forse hanno aspettato che l’ambulanza fosse a tiro per lanciato la bottiglia. "Io e il paziente ci siamo salvati grazie al vano nel portellone dove vengono riposti i collari: quella barra ha attutito il colpo e frenato l’avanzata dei vetri", aggiunge Fabrizio. Un attimo prima, Luca ha visto quei due giovani lungo il maciapiede, con le bottiglie in mano. Ha visto, "ma non pensavo che si potesse arrivare a tanto: guido l’ambulanza da anni ma non mi era mai capitato una cosa del genere". E la gravità del raid sta nelle parole di Ernesto Ferrini, vicepresidente della Croce Bianca: "Siamo oltre l’atto vandalico, perchè pensare di scagliarsi contro un mezzo di soccorso è qualcosa che fa venire i brividi. E se all’interno ci fosse stata una persona colpita da infarto coi soccorritori impegnati nelle manovre di rianimazione? E se la bottiglia colpiva l’autista?". Non è successo, ma il rischio è reale. Luca e Fabrizio interrompono il viaggio, verificano le condizioni del paziente, poi decidono di concludere in sicurezza il trasferimento. "Respirava con l’ausilio dell’ossigeno e non potevamo restare fermi troppo a lungo. Una volta capito che non c’erano danni strutturali, abbiamo completato il servizio ma nel frattempo abbiamo avvertito le forze dell’ordine". Poi Luca e Fabrizio sono tornati lì: "Al nostro arrivo c’era già la pattuglia della polizia: gli agenti hanno raccolto tracce per risalire agli autori e noi abbiamo raccontato cosa è successo". C’è un danno economico, certo, ma in questa brutta storia c’è il danno - più pesante - che pagano tutti gli aretini perche "l’ambulanza starà ferma tre giorni in riparazione; significa che in città adesso c’è un mezzo di soccorso in meno", rimarca Ferrini. E Paolo Laurita, consigliere e volontario da trent’anni, uno dei "motori" dell’associazione, lancia un appello: "Chiediamo più sicurezza alle forze dell’ordine e alle istituzioni: i soccorritori sono in trincea ogni giorno, esposti ad aggressioni e atti di violenza come accade con medici e infermieri. Non è possibile andare avanti così, noi rendiamo un servizio alla comunità e dobbiamo essere tutelati". L’assalto all’ambulanza della Croce Bianca è solo l’ultimo caso nella lista dei raid contro negozi del centro e pure persone che vengono prese di mira per strada, picchiate e derubate. Un’escalation di violenza che fa alzare il livello di guardia delle forze dell’ordine ma al tempo stesso aumenta la paura di chi in centro vive e lavora.
CronacaAssalto all’ambulanza con il malato. Presa a bottigliate, lunotto a pezzi. A bordo anziano appeso all’ossigeno