SANSEPOLCRO
Hanno preso atto, amaramente, della stangata subìta dal giudice sportivo dopo l’aggressione di lunedì sera all’arbitro costretto a rifugiarsi negli spogliatoi. Il dirigente del Gricignano, Luca Rivi, che nei giorni scorsi aveva già fornito – a nome della società – una ricostruzione di parte, adesso annuncia: "Esamineremo i provvedimenti assieme al presidente Mirko Bartolomei, cercando, se possibile, di far ridurre le squalifiche". Come è noto, la sentenza dopo i fatti di Gricignano-Pistrino, campionato umbro amatori (gara disputata allo stadio Procelli di Anghiari) è stata quasi esemplare. Dai due anni di stop per tecnico e accompagnatore e addetto all’arbitro fino alle numerose giornate di squalifica per ben cinque calciatori (42 totali). Ma non solo, perchè l’Atletico Gricignano si è visto penalizzare di un punto in classifica con 500 euro di multa e, naturalmente, con lo 0-3 a tavolino.
Peraltro, secondo la società biturgense "due nostri dirigenti hanno aperto all’arbitro la porta dello spogliatoio per metterlo al sicuro". Il ricorso, come dicevamo, è pressoché certo, visto che due giocatori "sono completamente estranei alla vicenda" come ha specificato Rivi. "Uno di essi era uscito a fine primo tempo perché doveva recarsi a lavorare (gestisce un bar) ed era regolarmente sul posto di lavoro con tanto di testimoni. Si è ritrovato con otto turni di squalifica. L’altro era uscito prima in seguito a un infortunio e stava seguendo la partita fuori dalla rete di recinzione ed è stato fermato per sei giornate".
Insomma, nelle prossime settimane potrebbero esserci ulteriori novità riferite a quella che resta una brutta pagina dello sport valtiberino e non solo.
Tutto era nato da un rigore negato ai padroni di casa: l’arbitro tifernate Matteo De Santis, dopo aver espulso due giocatori del Gricignano, era stato accerchiato, aggredito e costretto a fuggire verso gli spogliatoi: sul posto erano poi arrivati i carabinieri, col ragazzo finito in ospedale (prognosi di 5 giorni). Nel referto il giudice sportivo ha ricostruito le fasi dell’aggressione partendo appunto dal 52’ del secondo tempo, nonostante mancassero solo 30 secondi al termine "il direttore di gara decideva di sospendere la stessa poichè, all’esito di una decisione, tutti i componenti della panchina dell’Atletico correvano in campo, formando un gruppo composto da calciatori di riserva, calciatori titolari e dirigenti, che accerchiavano e caricavano il medesimo arbitro. In tale grave contesto si fa presente che nessun tesserato della società locale adottava comportamenti atti a limitare la condotta violenta e impetuosa".
Fabrizio Paladino