REDAZIONE AREZZO

Assalto alle aziende orafe. Salta il colpo a Tegoleto: i banditi messi in fuga

Porte sfondate e telecamere fuori uso, ma i ladri scappano a mani vuote. Si tratta del diciannovesimo colpo messo in atto da inizio dell’anno .

Porte sfondate e telecamere fuori uso, ma i ladri scappano a mani vuote. Si tratta del diciannovesimo colpo messo in atto da inizio dell’anno .

Porte sfondate e telecamere fuori uso, ma i ladri scappano a mani vuote. Si tratta del diciannovesimo colpo messo in atto da inizio dell’anno .

"La situazione è critica, chi ci salverà?". Sconforto totale nelle parole del proprietario della New Chains a Tegoleto (Civitella) che nella notte tra mercoledì e giovedì è ritornata nel mirino dei ladri. Stavolta sono usciti a mani vuote ma il 25 luglio scorso avevano fatta razzia di metalli preziosi: nel bottino erano finiti 150mila euro. L’ultimo raid si è rivelato un buco nell’acqua ma si è trattato comunque del diciannovesimo colpo, tra quelli andati a segno e quelli in fumo, da inizio dell’anno.

I farabutti sono arrivati nei pressi dell’azienda verso le 22. Hanno messo fuori uso le telecamere, due sensori perimetrali e buttato giù il portellone blindato. Alle 22:30 sono entrati ma è suonato l’allarme. "Quando sono arrivato io si era già dileguati. Non si tratta di danni di ingente valore ma per queste due notti ho dovuto chiamare una guardia privata visto che la sicurezza era andata ko". Dalle immagini di videosorveglianza il proprietario ha visto tre individui che hanno agito con il passamontagna. Con ogni probabilità poi sono scappati nei campi vicini. Avvolti dalle tenebre hanno fatto perdere le loro tracce.

"Il problema è che viviamo senza alcuna sicurezza, è una situazione critica: chi ci salverà? Non possiamo mica dormire dentro le nostre aziende", ci dice al telefono il proprietario. Quello dell’altra sera è stato il 19esimo colpo: o almeno 19 sono i colpi (tra quelli andati a segno e quelli no) che sono emersi. Si tratta comunque di una media preoccupante: quasi due al mese con la sola tregua estiva di un mese e mezzo. Ma con l’autunno i colpi sono ricominciati. L’ultimo alla Joker Preziosi, sempre a Tegoleto, realtà appetitosa ai cacciatori di oro.

La situazione è stata attenzionata nata sia dalla Prefettura di Arezzo che nei giorni scorsi ha convocato l’ennesima tavola rotonda che dal Viminale che si è interessata al caso aretino che vive un vero e proprio assalto al distretto orafo, che è il più grande d’Europa. Roma ha inviato anche alcune pattuglie in provincia - ormai da mesi - ma il problema rimane. Gli imprenditori orafi non si arrendono: così non basta.

Luca Amodio