LUCA AMODIO
Cronaca

Assalto all’oro, torna la paura. Sedici colpi in dodici mesi

Blitz in un’azienda nella zona industriale: portati via preziosi per 300 mila euro. Altra ditta nel mirino ma l’azione fallisce. Non si placa l’assedio al distretto .

L’azienda di via Chiarini che ha subito un furto da 300mila euro

L’azienda di via Chiarini che ha subito un furto da 300mila euro

AREZZO

Si affaccia alla finestra ma ci dice di non voler parlare. Stefano Parigi è ancora sotto choc. La sua azienda, la Oro Linea Due di via Chiarini, è stata la diciassettesima vittima dell’assalto al distretto orafo aretino (se si contano i colpi andati a segno e quelli in fumo): 1200 aziende che non hanno smesso mai di tremare da inizio 2024 quando è iniziato l’anno nero per l’oro aretino. Quello della notte tra martedì e mercoledì è stato l’ennesimo blitz. Un colpo da 300mila euro circa.

Le immagini di videosorveglianza non sembrerebbero di grande aiuto agli inquirenti per le indagini ma danno un’idea precisa di quello che è accaduto: tre uomini, bendati, con abiti paramilitari hanno fatto irruzione nell’azienda nel cuore della notte. Prima hanno fatto suonare l’allarme, alle 22. Il proprietario dell’azienda è andato sul posto ma era - o almeno, sembrava - tutto apposto. E invece no. Il giorno dopo l’amara scoperta. Parigi è entrato in azienda: ha trovato tutto in disordine con attrezzi da scasso abbandonati a terra e puzza di bruciato delle mole impiegate per lo scasso delle cassaforti, due su tre aperte. Dentro c’erano 300mila euro di gioielli.

Un commando esperto che ha studiato l’operazione nei contorni. Per andare a segno in modo chirurgico. Anche in questo caso all’opera c’erano dei professionisti: dei maestri del mestiere. Un po’ come è stato anche nei 15 colpi precedenti: azioni mirate e rapide, con tecniche anche all’avanguardia per quanto sui generis. A fine giugno erano stati rubati 15 chili di oro alla Italiana Horo di Badia Al Pino utilizzando spray al peperoncino per mettere ko titolare dell’azienda e fattorino. Il bottino ammontò a mezzo milioni.

La sequela di colpi si era interrotta a metà estate ma più che un trattato di pace si è rivelato un armistizio: con l’autunno i malviventi sono tornati all’attacco. Nella notte tra martedì e mercoledì il bersaglio è stato scelto nella periferia sud della città, n via Chiarini. Nella stessa notte alcuni malviventi hanno provato a intrufolarsi anche in un’altra azienda, a Badia Al Pino in via Molinara. Hanno spaccato due finestre ma il suono della spia li ha fatti scappare.

Ma a prescindere, il dato di fatto è che l’assalto continua. Non è bastato l’interessamento - e l’azione - del Ministero dell’Interno con il vertice al Viminale di metà luglio al quale sono seguiti una serie di misure ad hoc per contrastare l’assedio: dalla mappatura delle realtà del distretto fino all’invio di rinforzi in pattuglia per aiutare polizia e carabinieri h24. Rinforzi presenti ancora oggi ma che hanno difficoltà a controllare quello che è il distretto più grande d’Europa che si estende nel triangolo che dal capoluogo tocca la realtà di Civitella in Valdichiana e il tessuto produttivo della Valtiberina con Anghiari in pole position. Le operazioni straordinarie delle forze di polizia hanno sortito alcuni effetti (tra cui l’arresto in flagranza della tentata rapina in zona Porcinai di lunedì scorso) ma il fenomeno necessita ormai di (altre) misure straordinarie.