TERRANUOVA
Cronaca

Assalto dei lupi: è strage di pecore. L’allevatore: "Costretto a chiudere"

Bilancio pesante vicino all’azienda di Edigio Marcia sulle colline della Val d’Ascione a Terranuova .

Assalto dei lupi: è strage di pecore. L’allevatore: "Costretto a chiudere"

L’allevatore ha ritrovato le carcasse ieri mattina a pochi metri da casa

di Maria Rosa Di Termine

"L’allevamento è finito. E’ pieno di lupi da ogni parte e così non si può andare avanti". Edigio Marcia ha esaurito le parole per descrivere il suo stato d’animo dopo l’ennesimo attacco di un branco di predatori nel tardo pomeriggio di giovedì scorso nei pascoli vicino alla sua azienda e all’abitazione, sulle colline della Val d’Ascione a Bracciolini. Pesante il bilancio con 12 pecore morte e 2 disperse che si sommano alle altre 3 uccise due settimane fa. L’allevatore ha ritrovato le carcasse ieri mattina a pochi metri da casa e oltre all’amarezza per il danno economico non nasconde la preoccupazione per la sicurezza dei familiari. Un calvario senza fine certificato da numeri che salgono continuamente: "Ogni anno – riprende il pastore – perdo una sessantina di capi ai quali si devono sommare quelli dispersi che non possono essere certificati. E se tempo fa nell’ovile ne avevo 150, ora non superano i 130 e pensare che in passato erano 300. Adesso però è inutile allevare pecore per governare i lupi". Che agiscono a tutte le ore, incuranti della presenza dei cani da guardiania, non solo spaventati dal branco, ma beffati dai predatori che li distraggono attirandoli lontano dagli animali da proteggere mentre gli altri colpiscono. Il raid di due giorni fa per inciso, racconta Marcia, è al secondo posto assoluto per entità dei danni tra i tanti subiti ciclicamente dalla sua attività.

"Tre anni fa persi 14 pecore in un assalto sferrato a mezzogiorno con i lupi che dal pascolo arrivarono fin dentro le stalle. Faccio questo mestiere da quando ero ragazzino, guardavo le greggi anche sugli Appennini, ma una situazione del genere non l’avevo mai vissuta. Bisogna fare qualcosa perché non possiamo sopravvivere con un numero così alto di predatori. Siamo costretti a tenere al chiuso gli animali che, abituati allo stato brado, non rendono quanto dovrebbero e quando li portiamo a pascolare finiscono per impaurirsi anche per i cinghiali, a loro volta in aumento.".

Fattori negativi che, come ha sottolineato la Coldiretti aretina rilanciando l’allarme rosso sul problema, rallentano la filiera produttiva. L’associazione di categoria evidenzia che il caso non è certo isolato e che la resistenza degli allevatori è allo stremo chiedendo azioni più efficaci per la gestione dei lupi "non più specie in via di estinzione". Perchè il rischio, conclude, "è la scomparsa dell’uomo dalle montagne e dalle aree interne per l’abbandono di tantissime famiglie e dei giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze italiane di mucche, capre e pecore".