
di Laura Lucente
Piedi ben piantati per terra e voglia di portare avanti progetti importanti. Il primo lo ha messo a segno proprio in queste settimane insieme ad un team di studio importante che vede coinvolte le università di Perugia, Bologna e Chieti-Pescara. Lei è Laura Salvadori dottoressa e ricercatrice cortonese tra le artefici di un preparato per aiutare chi è affetto da atrofia muscolare.
Perché proprio uno studio su questo?
"L’atrofia muscolare è una condizione che si accompagna a molte patologie, come diabete, obesità, malattie neurodegenerative, cancro, malnutrizione e invecchiamento. Porta ad una forte debilitazione della persona e impedisce di compiere anche semplici azioni quotidiane. È quindi una condizione che ha un forte impatto sociale".
Da quanto tempo si occupa di ricerca?
"Durante il periodo universitario il mondo della ricerca scientifica ha iniziato ad appassionarmi sempre più. Dopo aver conseguito nel 2013 la laurea in farmacia ho deciso di proseguire con un dottorato di ricerca terminato nel 2017. Oggi sono al terzo anno come assegnista di ricerca".
Può spiegarci quale è stato il percorso che ha dato vita alla scoperta di questo preparato? "Lo studio, che si è svolto nell’ambito del bando ‘Umbria A.r.c.o. - Progetti di ricerca scientifica e tecnologica a supporto della competitività dell’Umbria’, coordinato dalla professoressa Francesca Riuzzi e ha previsto un’importante collaborazione con la ditta Laboratori Biokyma srl di Anghiari. Il laboratorio di anatomia umana del dipartimento di medicina e chirurgia dell’Università di Perugia diretto dal professor Guglielmo Sorci si occupa da molti anni di muscolo da vari punti di vista, fisiologico e patologico, compresa l’atrofia muscolare. Abbiamo lavorato testando 100 differenti estratti erboristici su cellule muscolari. In collaborazione con le Università di Bologna e G. d’Annunzio di Chieti-Pescara, abbiamo poi selezionato gli estratti più efficaci nel contrastare l’atrofia muscolare in vitro indotta da varie patologie. Siamo così arrivati a identificare una formulazione erboristica composta da Withania somnifera (ginseng indiano), Silybum marianum (cardo mariano) e Trigonella foenum-graecum (fieno greco) che essendosi dimostrata particolarmente efficace è stata ulteriormente testata con successo su cellule muscolari isolate da biopsie di soggetti sarcopenici, per i quali ad oggi non esiste un efficace trattamento".
Quante difficoltà e quante soddisfazioni sono alla base di un lavoro di ricerca universitario come quello che ha intrapreso?
"Credo che il mondo della ricerca scientifica sia una scelta di vita. Sono molti i sacrifici da fare. Sembra di non arrivare mai ad ottenere quello che volevi e ti domandi se tutto quello che stai facendo ha un senso. E’ un mondo pieno di incertezze, sotto ogni punto di vista. Poi però arriva quel dato in cui tanto speravi e la soddisfazione prevale".
Dopo questo obiettivo raggiunto, che altro l’aspetta? "Purtroppo la ricerca in Italia non ha l’importanza che si merita. Quello che mi aspetta non lo so, ma finché potrò continuerò su questo campo. Al momento stiamo portando avanti vari progetti, che coinvolgono prodotti erboristici o che riguardano l’atrofia muscolare indotta da cancro o la distrofia muscolare di Duchenne".