LUCA AMODIO
Cronaca

Autopsia, la stretta mortale. Totale conferma dagli esami. Fatale la morsa del foulard

Eseguiti sulla vittima i rilievi disposti dalla Pm: tutto in linea con il racconto della figlia. In corso gli accertamenti tossicologici. L’ipotesi è che la difesa chieda la perizia psichiatrica.

La titolare del fascicolo è la pm Francesca Eva, che è stata titolare anche dell’omicidio del narghilè.

La titolare del fascicolo è la pm Francesca Eva, che è stata titolare anche dell’omicidio del narghilè.

Autopsia fatta. Servirà per chiarire le modalità del decesso di Mirella del Puglia, la 93enne ammazzata domenica mattina dalla figlia di 63. Giuseppina Martin l’ha strangolata mentre dormiva. Nel sonno. Un delitto su cui tutti i nodi sembrano sciolti e sarebbero riconducibili, a dirla con le parole dell’avvocato Stefano Lusini, "ad una tragedia familiare più che ad un delitto". Un gesto, estremo, di esasperazione, che sembrerebbe - almeno stando a quanto emerso dalle indagini - dallo stress della figlia su cui gravavano tutti i compiti di cura e di accudimento. Tant’è che durante l’interrogatorio di garanzia, tra le lacrime, ha risposto alle domande della pm e spiegato una situazione logorante.

La titolare del fascicolo è la pubblico ministero Francesca Eva, titolare di uno degli ultimi omicidi in provincia, sempre in Valdarno. L’inverno scorso aveva rappresentato l’accusa nel delitto del narghilè dell’ottobre del 2023. Adesso si trova sulla scrivania sempre un faldone per omicidio volontario ma con una trama del tutto diversa. Una trama che rassomiglia molto di più al delitto del Giotto dell’estate scorso. Quando Alessandro Sacchi, ottanta anni, sparò alla moglie malata di Alzahimer. Disse che era stremato dalla convivenza con la compagna di vita, logorata dalla malattia, come lo era anche lui dopo anni di assistenza. Versione corroborata anche dalla psichiatra di parte nominata dalla difesa dell’imputato. Alla fine per l’anizano la condanna fu di dieci anni che sconterà ai domiciliari, nella casa in cui uccise la moglie. Da valutare se verrà fatta richiesta per l’Appello.

Un processo simile quello che si potrebbe aprire per la Martin. L’accusa di omicidio volontario aggravato dal vincolo di sangue la manda direttamente in corte d’assise, senza la possibilità di riti alternativi con cui possa ridurre in partenza la pena in caso di condanna. Quindi niente rito abbreviato. Il caso verrà discusso direttamente in aula davanti anche ai sei giudici popolari, che assisteranno i due togati. E chissà se verrà richiesta una perizia psichiatrica sull’imputata.

Intanto la donna è al carcere di Sollicciano a Firenze. Si trova lì da domenica sera, quando venne arrestata dai carabinieri del Valdarno. "Molto provata, ma ha spiegato tutto", aveva detto il suo legale dopo l’udienza alla casa circondariale di Arezzo. Lì, davanti al giudice per le indagini preliminari, Claudio Lara, ha ribadito la sua versione: "Non ce la facevo più ero esausta, si alzava anche venti o trenta volte al giorno. La mia colpa? Non aver chiesto aiuto", ha raccontato tra le lacrime ripercorrendo quel che aveva fatto prima di chiudere a chiave il marito in camera sua. Adesso dopo il nulla osta della procura la salma è stata restituita ai familiari per il funerale della 93enne.

Luca Amodio