LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Autovelox ad Arezzo: solo tre attivi, nuove installazioni in vista

Arezzo conta solo tre autovelox attivi. Il prefetto Di Nuzzo apre a nuove installazioni per migliorare la sicurezza stradale.

Polizia municipale in azione

Polizia municipale in azione

Sono rimasti in tre. Sono gli ultimi presidi sulla velocità intorno alle strade aretine: tre autovelox. Due sulla tangenziale e uno isolato sul raccordo. Gli altri sembrano "minacciosi" ma in realtà sono vuoti e innocui. Perché tanti anni fa l’ex prefetto Salvatore Montanaro, tra il tripudio degli automobilisti, li aveva spenti tutti e da allora nessuno li ha riaccesi. Il primo ad aprire uno spiraglio è l’attuale prefetto Clemente Di Nuzzo. Al tavolo sulla sicurezza stradale ha aperto la via a nuove installazioni: e a fianco lo conferma, anche se certo solo a fronte di situazioni di pericolo reale e nel rispetto totale delle attuali normative. Ma qual è il quadro dei misuratori di velocità? Dei tre superstiti, quello sul raccordo è tarato a 80 chilometri orari, a parte un breve passaggio mesi fa per i lavori sulla bretella. Dietro i "magnifici tre" c’è solo un autovelox in avanzato stato di accensione: quello di Vitiano. L’ok era arrivato già da Maddalena De Luca, entro giugno, aveva confermato a La Nazione il comandante dei vigili Aldo Poponcini, lì toccherà frenare, pena pesanti multe. Lì dove è morta Federica Canneti, una ragazza splendida, solare come il colore dei suoi capelli, lanciata negli studi e nella professione. Quell’autovelox era stato richiesto dal Comune: l’assessore Alessandro Casi, che nel bouquet delle sue deleghe ha anche il traffico, era in un primo momento intenzionato ad accendere altre due fasce "spente" da Montanaro: Indicatore e Pratantico. Due strade di forte percorrenza, con rettilinei critici e il piede che si abbassa sull’acceleratore: lo spiraglio del Prefetto potrebbe spingerlo a riaprire quella pratica, vedremo.

Altri rilevatori di velocità sono stati posti in Valdarno, nella zona di Castelfranco Piandiscò, e sulla 71 ramo casentinese: ma non sono veri autovelox, senza la pattuglia a fianco le multe restano nel blocchetto. Sullo sfondo una provincia complessa sul piano delle strade. Non ci sono, precisa il Prefetto, ancora altre richieste in corso. C’è però sul filo della cronaca il quadro delle strade più critiche, via via indicate dagli studi elaborati dall’Istat per l’Aci. E che vedono sul tetto del rischio la solita "71", sia nel ramo casentinese che in quello della Valdichiana. I tecnici conoscono a perfezione perfino i chilometri "indiziati". Noi ci fermiamo alle località. Verso la Valdichiana fanno tremare i polsi tra tratti stradali, quelli a ridosso del Vallone, della frazione di Ossaia, tutta l’area di Rigutino e non la sola Vitiano, più a ridosso della città l’innesto tra Olmo e Ristradella: ma anche il tratto di Tavarnelle.

Andando verso il Casentino spiccano le zone di Santa Mama, e non c’è aretino che non lo sappia, Fontechiara-Corsalone, Calbenzano e Borgo a Giovi. Non lontana da Olmo ma in questo caso lungo la "73" c’è il tratto che da San Zeno punta Pieve al Toppo, un altro rettilineo caldissimo, specie nel bilancio degli incidenti. E l’attenzione massima richiedono anche diversi tratti della 69, l’arteria del Valdarno, ma anche aree in apparenza più tranquille: la Libbia, lo Spino amato dai motociclisti, la Foce che fa da elastico tra Castiglion Fiorentino e Palazzo del Pero. Gli autovelox, è chiaro, arriveranno solo a piccole dosi: specie in città, lì dove Firenze si divide sugli implacabili "spioni" sui viali. No, non arriveremo a quel punto: ma per la prima volta ricominciamo da tre.

Lucia Bigozzi