FILIPPO BONI
Cronaca

"Autunno d’Agosto", l’orrore della guerra rivive a teatro

Era una storia rimasta perduta e dimenticata per tanti, troppi anni. Per fortuna un libro, "Autunno d’Agosto" (Chiarelettere) della nostra...

Luisa Cattaneo e Gabriele Giaffreda. in «Autunno d’Agosto» a teatro, con la fisarmonica di Madoka Funatsu

Luisa Cattaneo e Gabriele Giaffreda. in «Autunno d’Agosto» a teatro, con la fisarmonica di Madoka Funatsu

Era una storia rimasta perduta e dimenticata per tanti, troppi anni. Per fortuna un libro, "Autunno d’Agosto" (Chiarelettere) della nostra direttrice Agnese Pini, edito lo scorso anno, come uno di quei fiori che profumano di più alla sera, ne aveva riscoperto il senso e la verità storica. Così le centocinquantanove vittime della strage nazifascista del piccolo paese di San Terenzo Monti dell’agosto 1944 in Lunigiana, massacrate dai nazifascisti, avevano recuperato una dignità e una memoria.

L’autrice, ripartendo proprio dalla vicenda personale della bisnonna Palmira, aveva ricostruito i tasselli del drammatico disegno nazista messo in atto nel paese delle sue origini.

Un libro illuminante, che aveva riscosso un grande successo e che da alcuni mesi è divenuto anche uno spettacolo teatrale dal titolo "Un autunno d’agosto. Una storia d’amore mentre la guerra torna a fare paura".

L’opera, riduzione teatrale dell'opera prima dell’autrice, a firma Bottega Instabile in collaborazione con Officine della Cultura, è a cura di Elena Miranda per la regia di Luisa Cattaneo, con la stessa Cattaneo e Gabriele Giaffreda, presenta musiche originali di Luca Roccia Baldini eseguite dal vivo da Madoka Funatsu alla fisarmonica ed è in programma all’Auditorium Le Fornaci di Terranuova Bracciolini giovedì 16 gennaio alle 21.15. L’altra data già calendarizzata per la provincia di Arezzo è il 24 gennaio, quando la pièce andrà in scena al Teatro Verdi di Monte San Savino.

Nello spettacolo, Luisa Cattaneo e Gabriele Giaffreda accompagnano lo spettatore dentro la storia profonda e toccante che già Agnese Pini nella sua opera prima aveva tratteggiato con grande maestria, e le danno corpo, voce e musica.

La rappresentazione, oltre a compiere un affresco storico straordinario, come del resto aveva già fatto il libro, consente finalmente di riaccendere i riflettori anche sulla storia delle vittime dei massacri nazifascisti in Italia e dei loro familiari, la maggior parte dei quali rimasti senza giustizia per una precisa ragion di stato. Ma il "ricordare" di quest’opera, come scrisse il grande Alessandro Parronchi, "non è fonte di vendetta, bensì memoria del sacrificio, di un sacrificio da cui in parte, anche noi, siamo redenti".