MARIA ROSA DI TERMINE
Cronaca

Azienda del cotto al capolinea: avviato il licenziamento dei 54 dipendenti

Oggi la manifestazione in piazza per incontrare il sindaco. L'odissea della Pratigliolmi, un'altra ferita aperta nel Valdarno dopo i casi Pirelli e Bekaert

Un addetto all'industria

Arezzo, 17 aprile 2019 - Un'altra scure è sul punto di abbattersi sull’economia del Valdarno. Sembra arrivata al capolinea la storia prestigiosa della Pratigliolmi di Faella, fornace che dal 1961 produce cotto per i pavimenti e per la cosiddetta copertura romana. «L’azienda ci ha comunicato l’apertura della procedura di licenziamento per tutti i 54 addetti – annunciano i sindacati di categoria Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil – ed è questo ultimo atto della crisi iniziata l’estate del 2018 con la messa in liquidazione dell’impresa. Da allora si è avviata una lunga e difficile trattativa per la sua cessione a una nuova proprietà. Abbiamo avuto incontri in Regione Toscana – continuano i rappresentanti dei lavoratori – fin dal novembre scorso per tentare, insieme al mondo istituzionale, di individuare una soluzione capace di assicurare continuità produttiva e quindi occupazione alla totalità delle maestranze».

L’ulteriore passaggio di una vicenda che tiene con il fiato sospeso decine di famiglie era stato l’incontro il 16 gennaio di quest’anno al Ministero del Lavoro che si era concluso con la ratifica dell’intesa per 12 mesi di cassa integrazione speciale. «Speravamo di aver creato le condizioni e i tempi per una possibile ripresa – aggiungono gli esponenti della triplice del settore – ma gli inizi del 2019 non sono stati positivi. Prima abbiamo dovuto registrare il pignoramento del magazzino e il 15 marzo la Guardia di Finanza ha bloccato i conti correnti della società a fronte, così ci è stato riferito, di mancati pagamenti dell’Iva«.

Insomma, un quadro desolante e che fa presagire il peggio. Di conseguenza i 54 dipendenti della Pratigliolmi si ritroveranno stamani in piazza del Comune a Piandiscò per incontrare il sindaco Enzo Cacioli perchè la prospettiva è che scorrano i titoli di coda sul sito produttivo, con la probabile chiusura e il conseguente licenziamento collettivo dei lavoratori.

Uno scenario che si vuole scongiurare facendo quadrato e chiedendo l’apporto concreto delle istituzioni e di tutti i soggetti pubblici e privati in grado di garantire un futuro alla Pratigliolmi. Al confine tra le province di Arezzo e Firenze, dunque, può materializzarsi una nuova ferita per l’occupazione del fondovalle valdarnese, a poche centinaia di metri in linea d’aria dalla ex Pirelli chiusa e dimenticata dalla multinazionale Bekaert.