
L’assessore regionale alle infrastrutture Stefano Baccelli
"Non capisco il ricorso al Tar del Comune". Due Mari, il dossier infinito. La mossa di Palazzo Cavallo rimbalza a Firenze e corre sul doppio binario di un’opera strategica. Che tutti, proprio tutti vogliono, ma sulla quale i nodi si attorcigliano. Dove? Sulle famigerate bretelle di collegamento nel tratto aretino. L’assessore toscano Stefano Baccelli, non nasconde perplessità "dopo l’intesa raggiunta nell’incontro in Regione con Provincia, Comune e l’allora commissario straordinario Simonini". Il vertice risale ad aprile 2024 e "in quella sede la Regione sostenne la richiesta del Comune di rivedere le bretelle di San Zeno e San Giuliano, ma il commissario disse che non era tecnicamente possibile per la funzionalità del progetto. Fu comunque raggiunta un’intesa sulla revisione di un tratto della provinciale 21 tra la rotatoria di Ponte a Chiani e l’innesto della superstrada. Ad oggi non mi risultano atti successivi a quell’incontro, per questo non capisco la decisione dell’amministrazione aretina". Sul versante opposto, l’assessore Marco Sacchetti spiega: "Il ricorso nasce perchè a fine 2024 l’ex commissario straordinario ha emesso l’atto di approvazione in linea tecnica del progetto definitivo della Due Mari nel tratto aretino. La delibera di giunta va contro questo ultimo provvedimento e segue le indicazioni tracciate nell’atto di indirizzo approvato a larga maggioranza dal consiglio comunale ed i contenuti del precedente ricorso sull’avvio del procedimento espropriativo del 2023 ma anche".
Un sì dell’assemblea consiliare che incarica sindaco e giunta di "procedere con il primo ricorso e a proseguire su tutti gli atti conseguenti e futuri". E di fronte alla decisione del commissario (nel frattempo c’è stato un cambio al vertice del dipartimento Toscana-Umbria) "dovevamo rinnovare il ricorso per non rischiare la decadenza del primo. È stato un atto di coerenza e sul piano tecnico, doveroso perchè per noi è fondamentale, viste anche le numerose istanze avanzate dai cittadini, sottoporre a nuova Valutazione di impatto ambientale un progetto di 14 anni fa". In mezzo, è passata quasi una generazione: "Sono cambiate le normative e c’è un effetto impattante molto forte sulla zona interessata dalle due bretelle sia in fase di cantiere, con migliaia di camion che dovranno trasportare le terre necessarie alla costruzione dei rilevati, che in esercizio", osserva Sacchetti. Poi aggiunge: "È corretto quello che dice l’assessore Baccelli sull’incontro in Regione, ma il punto è che a dicembre quel progetto è stato approvato in via definitiva senza tenere in considerazione, se non in minima parte, le richieste del Comune. Le promesse verbali del Commissario non si sono tradotte in atti concreti. Sarebbe stato più proficuo se il Commissario straordinario in una fase iniziale della progettazione avesse condiviso alcuni contenuti del progetto con l’amministrazione comunale, la quale avrebbe a sua volta potuto portare nel tavolo della discussione le preoccupazione dei cittadini".
Il pronunciamento del Tar sarà l’ultimo tassello del puzzle: perchè se i giudici respingeranno il ricorso aretino, Palazzo Cavallo non avrà più "frecce" nella faretra per opporsi alle famigerate bretelle, di cui ha sempre chiesto la revisione: è questo il nodo del contendere. Se, invece, i ricorso darà ragione al Comune, quel progetto andrà rivisto, almeno nella parte delle bretelle tra San Zeno e San Giuliano, anche se i giudici potrebbero optare per l’annullamento.
"Siamo assolutamente favorevoli alla Due Mari, ma chiediamo una nuova valutazione di impatto ambientale su un’opera con un impatto altissimo sul territorio. Infine mi chiedo visto che l’opera non è finanziata se sia stato prematuro da parte del Commissario dare corso ad un procedimento che richiederà del tempo per concludersi con il concreto rischio che tutte le procedura espropriative decadano nel nulla " rilancia Sacchetti. E da Firenze Baccelli chiosa: "Attendo di vedere nel dettaglio i termini del ricorso, poi valuteremo se costituirci dinanzi al Tar o se eventualmente lo farà il Commissario, a difesa del progetto definitivo dell’opera".