REDAZIONE AREZZO

Banca Etruria, tutti assolti nel processo sulle consulenze d'oro: anche Pier Luigi Boschi

L'estremo processo legato all'istituto di credito si chiude con la sentenza pronunciata dal giudice Grignani

Pierluigi Boschi

Arezzo, 15 giugno 2022 - Babbo Boschi e tutti gli altri imputati assolti perché il fatto non sussiste. E' la sentenza che chiude, almeno per ora e in attesa di eventuali ricorsi, il filone delle consulenze d'oro, l'ultimo legato al caso di Banca Etruria. Una sentenza pronunciata poco dopo le 11, a tempo di record, dal giudice Ada Grignani.

L'accusa in questo caso era una semplice bancarotta colposa, non fraudolenta. In ballo 4,3 milioni di incarichi affidati dall’ultimo consiglio di amministrazione prima della risoluzione. Erano 14 gli ex dirigenti dell’istituto di credito a processo, il più noto, per l’esposizione mediatica è di certo Pier Luigi Boschi, padre dell’ex ministro Maria Elena.

Finora prosciolto da ogni accusa prima dell’avvio dei processi che riguardavano il crac di Etruria. Per le consulenze il pm Angela Masiello aveva chiesto per Boschi un anno di reclusione. La richiesta più alta, insieme a quella per Luciano Nataloni. 

Le altre erano leggermente inferiori: 8 mesi per Daniele Cabiati, Carlo Catanossi ed Emanuele Cuccaro; 9 mesi per Alessandro Benocci, Claudia Bonollo, Giovanni Grazzini, Anna Lapini, Alessandro Liberatori e Ilaria Tosti e 10 mesi per Claudio Salini. Ma l'epilogo è uguale per tutti: la piena assoluzione.

Secondo l’accusa si trattava di una spesa non necessaria per il livello delle consulenze, un atteggiamento imprudente che avrebbe minato le già esangui casse dell’istituto di credito aretino. Alcune riguardavano il progetto di fusione con un istituto di elevato standing che poi era la Banca Popolare Vicenza per cui il Cda si rivolse a Mediobanca e a noti studi legali di Roma, Milano e Torino.

L’avvocato di Boschi senior Gildo Ursini, nella sua arringa aveva sostenuto che la banca, nel tentativo di arrivare alla fusione chiesta dalla Banca d’Italia avesse semplicemente scelto i migliori professionisti d’Italia, da Mediobanca allo studio legale Grande Stevens di Torino, fino alla società di revisione Kpmg. 

L’arringa del difensore del più mediatico dei 14 imputati è il punto culminante di una maratona che aveva visti impegnati tanti avvocati. Giovanna Corrias per Claudio Salini, Luca Fanfani per Emanuele Cuccaro, già vicedirettore generale, Jean Paul Castagno e Valerio Collesi per Cabiati, Giacomo Gonzi per Rosanna Bonollo e l’avvocato di Palma per Ilaria Tosti. Poi Alessandro Traversi per Alessandro Benocci, Alessandro Liberatori, Giovanni Grazzini e Luigi Nannipieri, Gaetano Viciconte per Luciano Nataloni e Guglielmo Giordanengo per Claudia Bugno. Identica la linea: altro che consulenze d’oro, si cercò solo di salvare Bpel. Ed è la linea che il giudice Grignani ha fatto sua con la sentenza finale.