CLAUDIO
Cronaca

Barbini e il vizio della politica: "Dalla scalata in Regione alla città che non mi scelse"

Una lunga carriera politica con incarichi di prestigio nelle giunte toscane. Poi la delusione nella corsa al Comune. E il nuovo corso, tra viaggi e libri.

Tito Barbini per lunghi anni è stato protagonista della vita politica toscana e aretina La militanza nell’allora Pci, gli incarichi di governo nelle giunte regionali, ma anche le delusioni. ricevute proprio dalla politica e i cambi di passo verso strade nuove

Tito Barbini per lunghi anni è stato protagonista della vita politica toscana e aretina La militanza nell’allora Pci, gli incarichi di governo nelle giunte regionali, ma anche le delusioni. ricevute proprio dalla politica e i cambi di passo verso strade nuove

Repek1966 e 2023. Da Jurij Gagarin a Elly Schlein. L’inizio e il provvisorio approdo finale della politica di Tito Barbini. Nel mezzo il Pci e i suoi derivati, il Pd, il Comune di Cortona, la Provincia di Arezzo, l’azienda sanitaria, la Regione Toscana. Poi, dal 2004, la seconda vita camminando per il mondo e raccontando la geografia del cuore e della mente. E rimanendo, metà dell’anno, in una piccola isola greca per scrivere di amore e di letteratura. Tito Barbini ha fatto il più classico dei percorsi politici del Novecento. E, alla fine, ha scelto la meno classica delle possibili nuove strade: i viaggi e la letteratura. L’inizio è quello ferreo e tradizionale del Pci: con il padre in sezione, la vendita domenica dell’Unità, la militanza nelle Fgci. Poi, nel 1966, è nella corta lista di giovani comunisti italiani che vanno in Unione Sovietica per vedere da vicino le meravigliose sorti del socialismo reale.Di reale vede Jurij Alekseevic Gagarin, il primo uomo a volare nello spazio, cinque anni prima con la Vostok 1. "L’incontro fu un’emozione straordinaria. Ricordo ancora quel ragazzo dagli occhi azzurri e dai modi gentili che aveva appena 11 anni più di me e che sarebbe morto solo due anni dopo il nostro incontro". Dagli anni Sessanta al 2004 quando Barbini è pronto a candidarsi a sindaco di Arezzo dopo il primo mandato Lucherini. "Avevo una lunga carriera politica e istituzionale alle spalle, l’indicazione della primarie erano a mio favore ma il gruppo dirigente scelse Monica Bettoni. Ammetto che ci rimasi male e decisi di lasciare immediatamente la vita politica, non accettando "compensazioni" che mi furono proposte. Preparai lo zaino e feci un viaggio in solitaria di tre mesi dalla Patagonia all’Alaska. Quel tradimento e quel viaggio mi hanno cambiato la vita. E oggi devo dire grazie a quelle compagne e a quei compagni che mi misero da parte perché, in realtà, mi fecero un grandissimo favore". Nessun rimpianto per il potere. "Quando lo hai, vivi in una zona di comfort nella quale hai sempre bisogno del consenso degli altri. Quando ne esci, sei libero". La libertà di Tito Barbini è fatta di lunghi viaggi, di sei mesi in una piccola isola dell’Egeo, di saltuari ritorni nella sua casa aretina. E di libri, ormai venti, che sono passati dai viaggi e dalla politica alle storie di uomini straordinari ("Il fabbricante di giocattoli"), dall’amore ("L’amore nell’età grande") alla letteratura con il prossimo volume dedicato a Borges. Guarda ancora la politica ma con sofferenza. "Oggi si misura tutto sulla ricerca del consenso e il quadro di riferimento non è rappresentato dallo studio e dal confronto ma dall’adeguarsi ai sondaggi e ai mal di pancia degli elettori. Mancano i grandi leader e l’"altro" non è un avversario ma un nemico da demolire con ogni strumento. Sono uscito dal Pd, che avevo contribuito a fondare, con la segreteria Renzi. Anzi, penso che in realtà sia stato quel modello di partito a spingermi fuori. Oggi sono rientrato grazie a Elly Schlein". Ma il vero amore non è più per la politica ma per le terre che attraversa e le persone che incontra, per le storie che raccoglie e che porta dentro i suoi libri. La Mosca sovietica e il giovane Gagarin sono lontani. La politica è ormai un vetrino da microscopio. Oggi ci sono il mare della Grecia, i ghiacciai e gli enormi spazi della Patagonia, l’amore per l’Argentina. Nessun rimpianto ma solo la gioia di aver fatto la scelta giusta.