LAURA LUCENTE
Cronaca

Basta parole straniere. La delibera del Comune che incentiva l’italiano

Castiglion Fiorentino dice no anche a neologismi e anglicismi. L’obiettivo del sindaco Agnelli è quello di andare incontro ai cittadini. "I canali istituzionali devono essere di facile accesso anche agli anziani" .

La decisione della giunta di Mario Agnelli su anglicismi e neologismi

La decisione della giunta di Mario Agnelli su anglicismi e neologismi

Castiglion Fiorentino dice no a neologismi, anglicisimi e parole straniere. Lo fa con una delibera di giunta già entrata in vigore. Il provvedimento vuole garantire l’uso esclusivo della lingua italiana "lingua ufficiale della Repubblica e prezioso patrimonio identitario della Nazione" in tutti i rapporti tra pubblica amministrazione e cittadino. L’obiettivo della delibera – conferma il primo cittadino di Castiglion Fiorentino Mario Agnelli - è quello di promuovere e incentivare l’utilizzo della lingua italiana soprattutto in tutte le attività attuate dalla pubblica amministrazione e per ogni modalità di informazione scritta ed orale da essa prodotte, sia per l’attività amministrativa ed istituzionale che per quella di comunicazione con gli organi di stampa". La delibera, in buona sostanza, invita a ridurre al minimo i termini inglesi, cercando il più possibile di evitarne l’utilizzo. "Vogliamo così riconoscere ad ogni cittadino di Castiglion Fiorentino il diritto a ricevere in italiano qualsiasi tipo di comunicazione ed informazione da parte della pubblica amministrazione valorizzando la lingua italiana, attraverso tutti i canali a disposizione", conferma ancora il sindaco Agnelli.

"Un provvedimento che cerca di venire incontro anche agli anziani, per una più facile comprensione delle comunicazioni e ai giovani, in questo caso per salvaguardare la lingua italiana e preservarla da neologismi che ne stravolgono spesso il significato. Secondo gli ultimi dati, la Treccani, ‘autorevole enciclopedia in lingua italiana, contiene attualmente 9.000 parole inglesi e 800.000 parole italiane. Dal 2000, il numero di parole inglesi che si sono inserite nella lingua italiana è cresciuto del 773%.

L’Accademia della Crusca, la massima istituzione per la tutela della lingua italiana, ha più volte segnalato l’eccessivo ricorso agli anglicismi. Francesco Sabatini, linguista ed ex presidente dell’Accademia, ha spesso sottolineato l’importanza di valorizzare i termini italiani esistenti, evitando l’uso superfluo di parole straniere. L’adozione di parole inglesi nella lingua italiana è oggetto di un dibattito infinito in Italia, dove le opinioni sono divise tra la tutela dell’integrità della lingua nazionale e l’accettazione del fatto che le lingue vive sono fluide e in continua evoluzione. Intanto a stretto giro di posta arriva la reazione politica alla delibera della minoranza castiglionese capitanata da Paolo Brandi con la lista "Rinascimento castiglionese" che non manca di ironizzare. "Ci fa piacere che la Giunta Comunale, con una delibera, intenda promuovere l’uso della lingua italiana in particolare nelle comunicazioni della pubblica amministrazione e nei comunicati stampa", conferma Brandi e il suo gruppo.

"A questo punto, aggiungiamo noi, sarebbe bene eliminare anche il burocratese, che spesso infarcisce gli avvisi pubblici e i discorsi degli amministratori e soprattutto evitare gli strafalcioni grammaticali. E Brandi aggiunge anche una ulterore stoccata: "come si concilia tutto questo, da parte del sindaco leghista Agnelli, con le proposte della Lega che prevedevano l’insegnamento dei dialetti nelle scuole, l’uso dei dialetti nei cartelli stradali e nella toponomastica, i test di dialetto per gli insegnanti, l’uso dei dialetti sui siti istituzionali?".

In politica, però a fare la voce grossa contro gli anglicismi ci ha pensato fratelli d’Italia. Il deputato Rampelli ha presentato nel 2023 una proposta di legge per proteggere la lingua italiana dall’uso indiscriminato degli anglicismi. Il testo propone che le comunicazioni ufficiali delle istituzioni italiane avvengano esclusivamente in italiano e che le aziende che operano nel Paese privilegino termini italiani