LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Battono cassa per un milione. Vincono la causa, niente soldi

In cinquecento aspettano da anni il rimborso dei bonus docenti mai pagati. Il giudice è con loro, il ministero ritarda. E ora la class action si allarga .

Battono cassa per un milione. Vincono la causa, niente soldi

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Sono cinquecento insegnanti. Da anni attendono si poter spendere il bonus riservato dalla legge ai docenti: quella card che consente di poter accedere a servizi culturali e didattici. A livello provinciale, da Roma si attende il pagamento di un milione e mezzo di euro. A tanto ammonta la quota che deve essere corrisposta ai prof che tentano di "scalare la montagna" della burocrazia mettendo in campo una sorta di class action guidata dagli esperti della Cgil che seguono passo passo la vicenda. Alcuni rimborsi per i docenti con contratto a partire dal 31 agosto sono stati corrisposti dal 2023 ma il grosso manca ancora all’appello e al sindacato aretino sono determinati a portare la battaglia fino in fondo, arrivando al traguardo dei rimborsi.

Il paradosso è che in tutti questi anni, perchè ci sono insegnanti che aspettano da tempo ciò che la legge ha assegnato, ci sono state sentenze che hanno dato torto al ministero e ragione ai ricorrenti. Ma le risorse ancora non arrivano a destinazione. Per questo la Cgil ha deciso di fare ricorso al Tar della Toscana per rendere immediatamente eseguibili quelle sentenze.

"Il ministero deve corrispondere quello c he è un diritto dei docenti ampiamente riconosciuto dalle sentenze dei tribunali italiani e perfino dai giudici della Corte di giustizia europea. Il punto è che il ministero tarda a corrispondere le somme della carta del docente e non segue la cronologia storica dei verdetti dei tribunali", spiega Luisa Attaguile. Di qui una "copertura" a macchia di leopardo che lascia scoperti centinaia di prof aretini che si sono rivolti agli esperti della Cgil.

"Tutto questo sta creando disagio anche sul versante della formazione degli insegnanti", prevista tra le opzioni della carta del docente. La conseguenza è che "per garantire la formazione devono pagare di tasca propria e questo non è giusto. Stiamo preparando un ricorso al Tar della Toscana per obbligare il ministero a ottemperare alle sentenze che danno ragione ai ricorrenti", annuncia Attaguile. Che rilancia l’impegno del sindacato: "Le sentenze dei tribunali vanno rispettate e pure eseguite. Quella che si sta trascinando da anni, è una situazione divenuta ormai intollerabile alla quale va posto rimedio al po9ù presto".