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di Alberto Pierini
Qui l’avevamo scoperta molto prima che Salvini e Conte la candidassero al Quirinale. O che Enrico Mentana sussurrasse al microfono: "Stanno parlando di Elisabetta Belloni". Sì, avevamo cominciato a misurarla ben prima dell’ultimo convulso gennaio. Nel novembre del 2017, all’università della terza età, fianco a fianco con Alrrem Altenaij. Lei segretario generale della Farnesina, l’altra principessa degli emirati arabi. Il ruolo della donna e la sua immagine nel mondo islamico: Elisabetta Belloni aveva conquistato il pubblico con un intervento in perfetto inglese, cosa già controcorrente, almeno da queste parti.
Non dirigeva ancora il Dis, il dipartimento delle informazioni per la sicurezza, in una parola i servizi segreti. Ma aveva già un ruolo chiave al ministero degli esteri: ed era stata a capo dell’unità di crisi sul fronte sempre dei rapporti diplomatici e della cooperazione. E soprattutto aveva cominciato a coltivare il suo rapporto speciale con Arezzo e la sua provincia. Lo stesso che stasera la porta a Cortona, che ha conosciuto e apprezzato a ricevere il premio della mostra antiquaria. "Il premio – spiega il sindaco Meoni – rende espliciti i legami profondi con i personaggi che hanno mostrato verso la città una presenza affettuosa e assidua".
Pacata, ironica, profonda. La scelta di insediarsi a Monte San Savino, una seconda casa che spesso diventa la prima, quella, come dice lei, dove corre a ricaricare le pile. Alla periferia, in un luogo riparato, quasi invisibile come la letteratura vuole per chi si occupi di servizi segreti.
Ben prima che la tirassero al centro della contesa per il Quirinale aveva trainato Rondine all’Onu. "E’ un esempio concreto ed esportabile di come i conflitti si possano superare partendo dal dialogo e da rapporti interpersonali". Lo va a dire nell’auditorium della Cittadella, lì intorno ancora applaudono.
Era il luglio del 2018: ed esattamente un anno dopo ancora lei, determinata come è nel suo Dna, avrebbe annunciato il bis, con la Cittadella nel ruolo di osservatore. Lei lo esercita in tutta la sua vita: osservatrice attenta e curiosa, che si tratti di conflitti o dei segreti della Verna, tra i quali si muoveva nell’estate di un anno fa. Sembra un secolo, prima che i riflettori della politica italiana si accendessero su di lei. Lei che al tempo è abituata a dare del tu: determinante anche nell’accogliere a Roma il mondo dei diari di Pieve.
Ad aprire un giusto credito alla piattaforma "Italiani all’estero": sono almeno 200 i diari che raccontano storie di emigrazione, un patrimonio che anche grazie a lei è ora a disposizione di tutti. Riservata ma mai formale, al Monte la trovi al bar a sfogliare i giornali ma sopratutto in lunghe passeggiate con il suo cane. In seconda fila, quella che ama di più, anche all’ultima testimonianza aretina di Liliana Segre. Non è salita sul colle più alto ma ha mantenuto il legame con tutti i colli aretini dei quali si è via via innamorata. E tra i quali Cortona ha un posto d’onore: no, non poteva proprio mancare.