Arezzo, 29 gennaio 2022 - Solo pochi mesi fa si aggirava con lo sguardo appassionato che tutti le riconoscono tra la Cappella delle Stimmate e il Sasso Spicco. Lassù, sul monte della Verna. Ora la donna del monte avvista il colle più alto, quello del Quirinale. E’ lei, Elisabetta Belloni, da anni un elemento forte della diplomazia italiana, da giorni sotto i riflettori dei sudatissimi «Conclavi» in corso a Montecitorio. «Ho avuto diversi incontri in giornata e conto che a breve, ci sto lavorando, ci sia un presidente donna in gamba». Matteo Salvini sbuca dal confronto con l’opposizione e lancia l’annuncio in una selva di microfoni e di telecamere. «E’ Elisabetta Belloni» sussurra Enrico Mentana dalla maratona più famosa, quella che segue passo passo su «La 7» le manovre per l’elezione del Presidente della Repubblica. Ma è un passaparola collettivo, che attraversa i canali come fosse una gondola. Avrà resistito alla notte? Sarà il suo il nome che da oggi passerà al setaccio dei grandi elettori? Nessuno lo sa. Anche perché subito dopo si alza il fuoco di fila tradizionale, di chi abbassa il pollice, se non altro per il suo ruolo alla guida dei servizi segreti. In attesa di lumi, di certo è un personaggio che da giorni campeggia nella partita più importante dell’anno. E che ha un legame con Arezzo profondissimo. Intanto per la sua scelta ormai quasi antica (si parla di oltre vent’anni fa) di vivere a Monte San Savino. Viverci gran parte dell’anno, anche se lei è romana doc e con le radici nella capitale. Una bellissima casa, in periferia: ma senza sfuggire all’incontro con la gente, in un paese dove tutti ne parlano benissimo. In modo trasversale, uno degli elementi che ne potrebbero fare la soluzione giusta alla sciarada Quirinale. Innamorata dei tesori artistici del centro, dei paesaggi e del verde che la circondano, della buona cucina. E forse anche di quel filo di discrezione che la provincia garantisce sempre: e che certi angoli della nostra provincia proteggono al di là di tanti altri angoli d’Italia. Un legame del quale da giorni i savinesi parlano, nei loro piccoli conciliaboli quirinalizi: e ieri sono stati i primi a sobbalzare quando dai teleschermi il suo nome ha ripreso a campeggiare. Come già il giorno prima: alla vigilia tutto si era spento. Poi di colpo si è riacceso: ma anche per questo sono «scintille» che vanno prese con le molle, ogni giorno non ha solo la sua pena ma anche il suo presidente. Ma ad esultare non sarebbero solo i savinesi. Perché il legame di Elisabetta Belloni con Arezzo va anche al di là del suo «buen retiro». Sale un altro colle, quello di Rondine. Lei l’ha conosciuto prima che i riflettori si accendessero sulla Cittadella. Venti anni fa, quando ancora la realtà attuale era un sogno. Lei dalla Farnesina a diventarne un punto di riferimento fisso, indispensabile per l’ingresso dell’associazione in tutte le grandi aree di conflitto. «Una persona speciale, determinante per la nostra storia» si limita a confermare il presidente Franco Vaccari, che conosce il possibile capo dello stato da anni. Un legame rinsaldato con lei alla guida prima dell’unità di crisi e poi della cooperazione e dello sviluppo. È stata lei a volere a tutti i costi l’ingresso di Rondine all’Onu, nel dicembre del 2018 e poi un anno dopo. Qualche mese fa, sempre a fianco di Vaccari, la scoperta della Verna, guidata dallo stesso padre guardiano Francesco Brasa. Ed era qui il giorno della Segre, tra l’altro non lontana dalla presidente del Senato Casellati, la grande sconfitta di ieri, e di chi oggi la vorrebbe al Quirinale. Da sette mesi è la donna dei «segreti»: il ruolo che le potrebbe costare il Colle, su quello si appuntano le contestazioni di tanti, in testa quelle di Matteo Renzi. Ma se anche il sogno dovesse durare un solo giorno, le resteranno gli altri colli, quelli che ha scelto: da Monte San Savino al borgo sull’Arno. E le riempiranno comunque la vita, proprio come è stato finora
CronacaBelloni, una storia "aretina" con vista sul Quirinale: oggi il giorno della verità