Una croce celtica sulla statua di Roberto Benigni a Manciano della Chiana, la frazione di Castiglion Fiorentino dove l’attore premio Oscar nacque 72 anni fa. C’è chi non vede nell’accostamento una casualità: il Robertaccio nazionale ha girato La vita è bella, una denuncia in pellicola di quello che accadde nei campi di sterminio nazisti; e invece quei simboli, come quello raffigurato, richiamano proprio il lessico di alcuni gruppi neofascisti.
Non è chiaro quando sia stato disegnato il tutto ma sembrerebbe da qualche giorno ma che nessuno ci abbia fatto caso o comunque sia conoscesse il significato di quella croce celtica. Fatto sta che il sindaco di Castiglion Fiorentino non ci ha pensato due volte: "Ho detto alla polizia municipale di fare accertamenti per risalire agli autori e allo stesso tempo ho detto agli uffici preposti di rimuoverlo, nei prossimi giorni farò un esposto contro ignoti: imbrattare è un atto di inciviltà e farlo con questi simboli che evocato certi fatti del passato lo è ancora di più".
La statua è stata realizzata nel 1999 dall’artista castiglionese Andrea Roggi. All’inaugurazione di 21 anni fa parteciparono anche i genitori dell’attore, Luigi e Isolina ma non era mai stata visitata dal Piccolo Diavolo, motivo per il quale a CAstiglion Fiorentino l’attore si è anche alienato qualche simpatia. "Ci snobba, rinnega Castiglioni", dicono alcuni concittadini. L’opera già nel 2020 era stata imbrattata con la vernice rossa e in quell’occasione Roberto chiamò lo scultore per sapere se fosse tutto apposta. Stavolta anziché il rosso c’è il nero e anche il simbolo evoca quel colore.
A segnalare l’accaduto è stato il gruppo di minoranza Rinascimento Castiglionese: "In momenti come questi, in cui i nostalgici del nazismo e del fascismo, rialzano la testa in Italia e in Europa, questi gesti non vanno sottovalutati. In passato azioni simili sono state derubricate a ragazzate o meglio goliardate. Un modo come un altro per giustificarle. Un giustificazionismo così convinto da portare un assessore comunale alla inaugurazione della sede di un movimento di estrema destra. Invece da giustificare non c’è un bel niente. Questi sono atti vandalici, politicamente definiti e che fanno perno su di un clima politico generale di rivalsa e di riscrittura della storia italiana”.