LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Bertelli, ora l’hotel di lusso. E allarga anche La Buca. Via al casting dei Costanti

Il manager aprirà a Palazzo Carbonati un grande resort a cinque stelle. Selezione per la gestione del Caffè, spazi aperti fuori dal ristorante

Patrizio Bertelli controlla i lavori al Ristorante Buca di San Francesco

Patrizio Bertelli controlla i lavori al Ristorante Buca di San Francesco

Arezzo, 6 giugno 2024 – Un albergo di lusso a un passo da piazza Grande. Cinque stelle, target di livello, ora che anche i turisti più facoltosi da tutto il mondo hanno scoperto Arezzo. Un albergo che rinasce dalle "ceneri" di Palazzo Carbonati. Patrizio Bertelli si aggiudica l’asta (1,6 milioni l’offerta su una base di 1,596), dopo una sequela di rimbalzi a vuoto. Manca l’assegnazione ufficiale da parte del Comune ma è questione di giorni. Una ventina, al massimo. Un tempo sede della Procura, il Palazzo era finito in un cono d’ombra, coi segni evidenti di un degrado inesorabile. Come cicatrici. Lì, a due passi dalle logge del Vasari dove Patrizio Bertelli correva da bambino e dove, oggi, torna per salvare i luoghi della memoria. Lo ha fatto con la Pieve: un milione la donazione per il restauro della facciata. Contributo a titolo personale, business, invece, per le altre operazioni chiuse una dietro l’altra in una manciata di anni.

La prima tessera del puzzle Bertelli è il Caffè dei Costanti, in piazza San Francesco: in questa fase è aperto il "casting" per la gestione. Anche qui, il profilo è alto e le credenziali di chi lo gestirà sono la chiave della selezione già aperta. Traguardo previsto: 2025, con il Caffè tirato a lucido. All’oblio, Bertelli strappa anche la Buca di San Francesco, rilanciando la tradizione culinaria aretina, compreso il gattò, fino a un anno fa relegato nei ricordi dei buongustai più agè. Ora la Buca "raddoppia". Sì, perchè alla storica sala se ne agigiunge un’altra en plein air, nel giardino d’estate. Lavori agli sgoccioli e partenza imminente. E certo, cenare ammirando la Basilica di San Francesco, sarà un privilegio unico. Sul filo della ristorazione, Bertelli mette a segno un altro colpo: la Capannaccia, altro locale che ha accompagnato i momenti più importanti di generazioni di aretini. Nuova vita per il ristorante, già lanciatissimo con la mano sapiente della famiglia Ottaviani alla guida.

L’ultimo tassello di Palazzo Carbonati, apre un filone specifico verso il quale Bertelli mostra interesse. Di fatto, partecipare all’asta per l’acquisizione significa mettere in campo un progetto con cui colmare un gap. Un albergo di categoria superiore per una fascia alta di clientela, era l’elemento che mancava nell’assetto ricettivo. E in un momento nel quale Arezzo vive un’esposizione mediatica molto forte (serie tv e trasmissioni girate tra i suoi vicoli e le piazze) con un exploit di presenze che la collocano tra le prime in Toscana e le più gettonate in Italia, l’operazione di Bertelli acquista un valore doppio.

Business, certo, ma incanalato nella direzione in cui la città sta camminando: non solo l’aumento del turismo, ma di un turismo facoltoso. Un servizio in più che potrebbe funzionare come calamita e incrementare numeri e ricadute sul territorio (pure in termini di posti di lavoro). Bertelli guarda ad Arezzo con gli stessi occhi di quel bambino di Colcitrone che correva in piazza Grande. La differenza è che ora è artefice della rinasci ta di pezzi unici di una città che viaggia nel mondo.