SONIA FARDELLI
Cronaca

Bibbiena, paese dei migranti. In prima fila per accogliere minori: "Così puntiamo all’integrazione"

Il comune guidato da Vagnoli da anni porta avanti progetti per l’inserimento di giovani anche soli

Bibbiena, paese dei migranti. In prima fila per accogliere minori: "Così puntiamo all’integrazione"

I referenti dell’associazione Tahomà con il sindaco Vagnoli e l’assessore Frenos. Bibbiena è da anni in prima linea per accogliere minori anche non accompagnati per inserirli nella vita in totale. autonomia

Il Comune di Bibbiena è uno dei pochi in Italia che riguardo ai migranti accoglie anche minori non accompagnati. E lo fa con un particolare percorso messo in atto da Tahomà a.p.s e Oxfam. Dal marzo 2016, quando ha aperto l’associazione Tahomà, a settembre 2021, sono stati seguiti con progetti mirati di accoglienza 115 migranti nei Cas, di cui 10 donne e 35 minori. Mentre dal 2021, anno in cui è iniziato il progetto Sai con capofila il Comune di Bibbiena, sono state 62 le permanenze in paese di minori stranieri non accompagnati. Le principali nazionalità dei migranti accolti nei Cas sono Gambia, Gana, Senegal e Nigeria. I minorenni provengono da Bangladesh, Pakistan, Gambia, Senegal, Guinea, Conakry e Albania. I posti per i minori nelle tre strutture gestite da Tahomà a Bibbiena sono 18. "Siamo uno dei pochi comuni in Italia che hanno scelto un percorso per minori non accompagnati - dice il sindaco Filippo Vagnoli - L’obiettivo è aiutare queste persone a trovare la loro strada, la loro autonomia. Il nostro modello funziona perché ogni ragazzo viene accompagnato verso l’autonomia attraverso percorsi di inclusione veri. L’immigrazione non può essere né lasciata a se stessa, né contrastata, ma gestita guardando sempre al bene delle persone". Il sistema accoglienza di Tahomà avviene nel contesto del progetto Sai Msna del Comune di Bibbiena grazie all’Rti Next attuato da Tahomà a.p.s e Oxfam del Ministero degli Interni. "I minori vengono seguiti in ogni loro esigenza - spiega Melina Paluani presidente di Tahomà - Il percorso di integrazione viene costruito con passaggi precisi: innanzitutto l’apprendimento della lingua italiana con la nostra scuola interna, ma anche con le scuole del territorio e il Cpia. Questi progetti consentono loro di ottenere dei titoli riconosciuti per la ricerca per il lavoro. Li seguiamo poi dal punto di vista legale e sanitario". E poi contatti continui con la comunità di Bibbiena con laboratori laboratori artistici, laboratori psicologici, conoscenza dei luoghi e delle persone che sono fondamentali per intrecciare rapporti per il futuro. Una parte veramente grande è quella dello sport. I ragazzi che lo desiderano vengono iscritti nelle squadre della zona e questo è uno dei modi più potenti e divertenti per integrarsi e fare amicizie durature.

Un percorso che li porta fino al raggiungimento della maggiore età. "Quando compiono 18 anni li inseriamo nel mondo del lavoro - spiega Melina Paluani - Quelli che stanno seguendo un percorso scolastico restano con noi per completarlo. Ad esempio abbiamo tre ragazzi che hanno scelto di seguire la scuola edile di tre anni ad Arezzo, e oltre quella fanno le serali per la scuola media. Noi puntiamo ad un tipo di accoglienza che valorizza la persona. Prendersi cura di questi giovani significa anche dare loro opportunità per crescere e per far accrescere i loro talenti. Solo così si fa anche il bene dei territori che li accolgono".