
Un bidello, una figura molto cara (foto d'archivio)
Arezzo, 13 ottobre 2019 - SediciI indagati, una truffa da almeno centomila euro ai danni dello stato, il sospetto di un’organizzazione dietro a un marchingegno che mina la credibilità delle assunzioni nella scuola. Succede ad Arezzo dove la Guardia di Finanza si accorge di una concentrazione anomala di assunzioni del personale cosiddetto Ata, ovvero i bidelli, gli assistenti, il personale amministrativo della scuola. Le graduatorie erano di fatto intasate da persone provenienti dalla Campania, apparentemente in regola grazie a ricchissimi requisiti costituiti da diplomi con voti altissimi e da importanti esperienze professionali svolte in più istituti.
L’indagine, partita di iniziativa nel gennaio scorso e poi coordinata dal pubblico ministero Andrea Claudiani, si è concentrata su una quarantina di figure e nel caso di 16 persone ci si è accorti che era tutto falso. Un castello di carte fondato sul niente. Era stato perfino inventato un istituto inesistente la cui supposta sede si trovava a Pordenone.
Un vero e proprio diplomificio, di manica larga sui voti e per nulla incline alle bocciature. E in quella scuola ineesistente, tre persone avevano asserito, con tanto di documentazione, di aver svolto un lungo servizio. La stessa cosa, altri ancora, avevano certificato nero su bianco chiamando in causa istituti diversi: purtroppo in quel periodo nessuno era stato assunto, men che meno coloro che millantavano un contratto per il quale non esisteva neppure un centesimo di contribuzione all’Inps.
Un altro espediente era quello di produrre diplomi di istituti paritari realmente in attività; ma la data di rilascio del diploma stesso risaliva a un’epoca in cui l’istituto o non c’era oppure non era paritario. Insomma, un raggiro dietro l’altro che aveva consentito ai sedici personaggi di superare in graduatoria che invece avrebbe avuto i titoli per essere assunto.
Da qui la denuncia della Guardia di Finanza per falso e truffa aggravata ai danni dello Stato, in quest’ultimo caso in relazione agli stipendi indebitamente riscossi. Le indagini potrebbero portare a nuovi sviluppi secondo un filone particolarmente interessante a livello nazionale.
La fabbricazione di diplomi falsi è diventata infatti una vera e propria industria e nelle settimane scorsa ha avuto rilievo un’inchiesta dei carabinieri, localizzata in provincia di Salerno, che ha portato alla scoperta di un’organizzazione specializzata nella produzione di documenti scolastici falsi, ognuno dei quali veniva pagato dall’acquirente oltre tremila euro, per un volume complessivo di affari che aveva superato il milione. Una piaga che si traduce nella peggiore delle beffe per chi viene scippato di un lavoro a cui aveva diritto.