"Basta, devono essere presi". Giordana Giordini, presidente della Consulta orafa, che raggruppa tutte le associazioni di categoria del settore, parla dopo il ventitreesimo colpo di questo 2024, quello ai danni della "Fullove" di Ponticino.
Il 10 dicembre la consulta avrà un nuovo incontro con il prefetto, cosa portate sul tavolo?
"Portiamo la paura di un intero comparto che quasi settimanalmente viene attaccato. Portiamo l’ansia di imprenditori che chiudono la fabbrica con il terrore e che dormono con il pensiero che da un momento all’altro possa scattare l’allarme. C’è molto da fare. Noi stiamo collaborando con le istituzioni locali. I rinforzi che sono stati inviati da Roma dopo gli ultimi colpi di inizio novembre, una ventina di uomini, hanno consentito di potenziare molto i servizi sul territorio. Ormai di pattuglie notturne di polizia, carabinieri e anche finanza, ne girano tante, nei piazzali delle aziende di tutto il distretto. Di più è difficile chiedere, ma evidentemente ancora non basta".
Presidente lei aveva invocato l’intervento dell’esercito...
"E lo dico ancora ma solo per dare l’idea dell’emergenza nella quale ci troviamo. Ci vorrebbero 15 giorni di mobilitazione massiccia per prendere almeno qualcuna di queste bande che imperversano. Quello sarebbe il deterrente".
Ognuno deve fare la sua parte….
"Abbiamo discusso a lungo con il prefetto, è necessario divulgare una formazione per noi imprenditori, affinché tutti abbiano più accorgimenti".
Si spieghi meglio…
"E’ necessario migliorare i sistemi di sicurezza oltre ai comportamenti. Intendo controllare che le telecamere siano in funzione, che il ponte radio sia in regola, avere seguito i protocolli previsti".
E le forze dell’ordine..
"Con il prefetto la sinergia è assoluta. Le forze dell’ordine stanno facendo il 120% con quello che hanno, fortunatamente sono arrivati agenti in più a garantire un maggior presidio del territorio; un territorio che però sappiamo essere ampio e dispersivo. E’ necessario che la polizia faccia una forte indagine investigativa ed arrivi, una volta per tutte, a prendere queste bande. Non so, altrimenti, quanto si possa andare avanti. Sembra che i ladri si facciano beffa di noi".
Più volte è stato puntato il dito contro i preziosi lasciati sui banconi...
"Chi lo fa non è mai stato all’interno di un’azienda orafa. Il fuori cassa è l’a,b, c della produzione. La notte è un processo che ci permette il giorno di lavorare. Se io non imposto certi tipi di macchinari in lavorazione in notturna, io non sono concorrenziale, perché nel resto del mondo fanno tre turni. È chiaro che una cosa in più sul bancone non la lasciamo. Che prima di uscire facciamo il giro per mettere tutto dentro i caveau, ma i processi di lavorazione sono fuori, e il fuori cassaforte, per noi vitale, oltretutto lo paghiamo profumatamente alle assicurazioni".