SALVATORE MANNINO
Cronaca

Boniek, il "Bello di notte" dell’Avvocato

La saetta di Gianni Agnelli perchè Zibi segnava sempre nelle partite alla luce dei riflettori. Protagonista in una Juve rimasta nel mito

di Salvatore Mannino

Non sono molti i grandi campioni ai quali l’Avvocato, ossia Gianni Agnelli, detto anche il Signor Fiat, abbia dedicato un giudizio, sintetico come uan lama, entrato poi nel parlato comune del calcio. Uno è Alex Del Piero, soprannominato "Pinturicchio" perchè gli mancava quacosa per essere un Raffaello. Un altro è Roberto Baggio, ribattezzato "Coniglio bagnato" per dire che il furore agonistico non era la sua caratteristica principale. Il terzo è appunto Zibi Boniek, un altro dei premiati del Fair Play, che la saetta del più importante industriale italiano dei suoi tempi, nonchè il vero numero uno della Juventus, "Bello di notte", non se l’è più scollata di dosso.

Eppure Zibi è stato molto di più, uno dei fuoriclasse degli anni ’80, uno poco sotto gli Dei Maradona (Te Diegum) e Platini. Non a caso figura ancora nei Top 100 di tutti i tempi e nella Hall of fame. Ala destra (ma poteva fare la seconda punta come il centrocampista) nella mitica Juve del Trap (Trapattoni): Boniek-Tardelli-Paolo Rossi-Platini e Bettega. Alla Vecchia Signora il polacco arriva nel 1982, dopo i mondiali di Spagna in cui trascina la sua nazionale fino al terzo posto. Impressionante in particolare la partita col Belgio, in cui Zibi (il vero nome è Zbigniew) segna una tripletta. Per lui i cronisti dell’epoca rispolverano l’immagine della cavalleria polacca all’attacco dei carri armati nazista e infatti la potenza della sua progressione in contropiede è impressionante.

La Juve l’ha sottratto alla Roma, con cui aveva già un accordo, grazie a una manovra di realpolitik cui la leggenda vuole che abbia messo mano Cesare Romiti in persona, romanista nel cuore ma fedele esecutore da amministratore delegato della Fiat degli ordini degli Agnelli. Si fa pesare, nella Polonia ancora comunista, che la casa di Torino abbia nel paese una fabbrica decisiva per l’industria locale.

Quando si gioca di pomeriggio (e allora la serie A si disputava alle 14,30) Boniek è a tratti svogliato, non sempre decisivo. Ma di notte (l’orario delle coppe europee) si trasforma. Nel 1984 segna il gol decisivo per la vittoria della Signora nella Coppa delle Coppe, a gennaio 1985 realizza una doppietta sulla neve che consente a Madama di liquidare il Liverpool in Supercoppa. Persino nella partita più tragica, la finale dell’Heysel, sempre dell’85) è Zibi a guadagnarsi il rigore (ma lui è ancora fuori area) che consegna alla Juve la Coppa insanguinata e che mai il polacco sentirà come sua.

Poi il trasferimento alla Roma e la straordinaria rimonta che nell’86 consente ai giallorossi di rimontare la solita Juve, salvo inciampare sull’ostacolo finale Lecce. Fine di fatto di una grande carriera.