
Boom degli affitti brevi. La metà sono nei condomìni: "Il mercato è drogato"
Più che condomini sembrano alberghi. Ormai il vicino di casa è una figura pseudo-mitologica che esiste solo nei film americani. A Firenze soprattutto, ma è così in tutta la Toscana: e Arezzo non è esclusa da questo nuovo trend. Anzi.
La metà degli alloggi offerti ai turisti, specie dai grandi portali come booking o airbnb, si trovano dentro i condomini che con quel via vai continuo di volti nuovi e sconosciuti hanno ormai una identità ben diversa rispetto a quella originaria di quando vennero costruiti ormai decine di anni fa con l’obiettivo di accogliere nuovi nuclei familiari, magari quelli di emigrati italiani (e non) che arrivavano un tempo ad Arezzo per lavoro.
Ma i tempi cambiano e laddove c’era un condominio adesso c’è un hotel, per parafrasare Celentano. Sì, perché quei grandi edifici fatti di appartamenti su appartamenti paiono oggi con nuovo volto, quello di un "albergo diffuso": una fisionomia in work in progress nell’Aretino, che si sta sviluppando anche in città, che seppur non conosce il turismo di massa di Firenze o altri capoluoghi del Belpaese.
Il fatto che sta suscitando la riflessione (e la critica) su questo sistema è che si parla sempre di affitti brevi o, come dicono gli addetti ai lavori, di short term rental, di pochi giorni: ad oggi gli annunci sull’Aretino sono 5800, un terzo rispetto quelli di Firenze ma quasi tre volte tanto quelli di Pistoia, per farsi un’idea.
Tornando alla situazione regionale, in tutta la Toscana sono 16 i comuni (su 273, quindi il 6%) in cui più del 30% delle abitazioni censite e libere è disponibile solo tramite la formula degli affitti brevi. Tra queste c’è Cortona, l’unica nell’Aretino, dove il 31% delle case disponibili, condomini o indipendenti, della città etrusca ha un annuncio di affitto a breve termine: una modalità che sicuramente offre guadagni maggiori in tempi minori da parte dei proprietari di casa che nei mesi estivi possono contare su un ampio parterre di turisti che sceglie un soggiorno nel comune più visitato della provincia (capoluogo a parte).
Insomma, ciò significa che dove c’è tanto turismo, affittare per lunghi periodi non conviene perchè si hanno minori guadagni, molto semplicemente. Con la conseguenza che è difficile però trovare un tetto per dodicimesi. A dirlo è una ricerca di Progetto Firenze e Cgil che mette anche in evidenza, a livello regionale, un certo malumore provato da parte dei residenti "autoctoni" che risiedono nell’immbile a tempo indeterminato. Quel via vai di turisti che arrivano e se ne vanno non piace ai residenti che lamentano insicurezza, specie per via degli estranei, rumore, abbandono di rifiuti e altri abusi, come sovraccarico di ascensori e la necessità di fare più riparazioni e imbiancature, oltre a un aumento dei costi residenziali.
L’allarme arriva anche dal segretario di Cgil Toscana Rossano Rossi. "Quello degli affitti breviè un fenomeno che nasconde molte implicazioni negative come il lavoro nero, mal pagato, lovuotamento delle città da parte di chi ci abita veramente. E poi è un fenomeno che contribuisce alla carenza di abitazioni in Toscana, dove 20 mila nuclei familiari avrebbero diritto a un alloggio popolare".