LUCIA BIGOZZI
Cronaca

“Sanguinante, ho fermato il bus”: autista preso a pugni, il racconto di un incubo

“Nonostante la ferita al volto sono riuscito a fermare il veicolo e a mettere in sicurezza gli altri viaggiatori”. Ecco cosa è accaduto: “Quell'uomo voleva fumare, gli ho detto che era vietato, mi ha colpito: dagli altri passeggeri nessun aiuto”. E il collega: impaurito ma non mollo

Un autista e un capotreno colpiti dai passeggeri: sono gli ultimi episodi che rilanciano l’allarme sulle aggressioni

Un autista e un capotreno colpiti dai passeggeri: sono gli ultimi episodi che rilanciano l’allarme sulle aggressioni

Arezzo, 12 novembre 2024 – Una sequenza impressionante: urla, offese, poi le botte. Dritte in faccia mentre era alla guida del bus. Ha la scena ancora negli occhi e il naso rotto. Giuseppe, 50 anni, racconta non solo la violenza di un passeggero che pretendeva di fumare a bordo, ma anche l’indifferenza di altri otto viaggiatori che dopo la scena di violenza, sono scesi dal pullman senza preoccuparsi di lui, ferito e sanguinante. Nessun aiuto.

“Sono scesi subito dopo, senza neanche chiedermi se avevo bisogno di qualcosa”, dice amareggiato. Giuseppe è a casa, in convalescenza, ne avrà per quindici giorni, è scritto sul referto del pronto soccorso.

A distanza di poche ore, Ivan 25 anni, capotreno in servizio sulla linea ferroviaria Arezzo-Stia, racconta l’ennesimo episodio di violenza che rilancia l’allarme su un fenomeno ormai diffuso. “È la seconda aggressione da quando lavoro qui. Due anni fa, era d’estate, un ragazzo nigeriano mi ha preso a strattoni”.

Anche lui è in covalescenza per alcuni giorni: il tempo necessario a sanare le ferite che porta addosso e a calmare la preoccupazione. Perchè, spiega “d’ora in poi quando tornerò in servizio cercherò di prestare ancora più attenzione e cautela rispetto a situazioni potenzialmente a rischio. Ma certo, fare il proprio dovere inizia a essere pericoloso. Ho paura, ma non voglio smettere di svolgere il mio lavoro”.

La scena di domenica sera, Giuseppe non la dimenticherà in fretta, anche se non molla e si prepara a tornare alla guida di quel bus: domenica era in servizio sulla linea extraurbana sulla tratta Foiano-Arezzo. è successo tutto poco prima delle 20.

Alla fermata di Foiano è salito un ragazzo, poco più che ventenne. Il pullman ha ripreso il viaggio ma alle porte della città è scattata la follia: “Si è trattato di un gesto improvviso e inaspettato mentre stavo guidando: in precedenza avevo solo fatto presente il divieto di fumo a bordo a quel passeggero. Il primo cazzotto mi è arrivato lungo il percorso: a quel punto la mia priorità è stata mettere in sicurezza anche gli altri passeggeri. Per questo, per questo non appena possibile mi sono fermato lungo la strada e, visto il sangue che mi usciva dal naso, ho chiamato il 112”.

Non è finita perchè il giovane, un aretino, ha continuato a dare in escandescenza. “Il ragazzo urlava e inveiva contro di me anche di più, prendendo a calci la porta posteriore dell’autobus e quindi tornando vicino a me per premere il pulsante per le portiere. È riuscito ad aprire quella sul lato anteriore ed è scappato”.

Una pausa, riprende fiato ripercorrendo i flash dell’aggressione. Ma si sofferma su un altro aspetto, non meno preoccupante: l’atteggiamento degli altri passeggeri a bordo del pullman. Lui era sanguinante, aveva il naso rotto e nonostante il forte dolore, ha mantenuto il controllo della guida e si è fermato in una zona sicura anche per gli automobilisti. Ha pensato a proteggere i viaggiatori, e solo dopo ha pensato alla ferita al volto. Ma nessuno si è curato di lui. “Mi ha colpito in modo negativo il fatto che “gli altri passeggeri presenti a bordo sono scesi subito dopo dal bus, senza neanche chiedermi se avevo bisogno di qualcosa”.