
Clelia Galantino
Arezzo, 22 marzo 2019 - In questi giorni, fra parlamentari che contestano e cortei per le strade, devono esserle parecchio fischiate le orecchie. Ma Clelia Galantino, barese, elegantissima, presidente del tribunale, non è tipo che si faccia travolgere dalle emozioni o dalle proteste. Eccola allora che spiega col solito tono pacato la scelta di far slittare di sei mesi il verdetto sulla Truffa Etruria.
Presidente, se l’aspettava di scatenare una reazione del genere? «Ovviamente no, ma quando uno è in pace con la propria coscienza basta quello. Ho fatto il mio lavoro, non potevo agire diversamente».
Provi a spiegarci perchè. «Senta, l’ufficio Gip è in gravissima sofferenza almeno dal 2017, da quando non riusciamo puà a garantire con continuità i tre giudici senza i quali non si va avanti. L’opinione pubblica deve sapere che si tratta di un ufficio cardine, la frizione, per usare una metafora, fra la procura e la fase giudicante vera e propria. Se va in crisi quello, è tutto il sistema della giustizia penale di questo tribunale che rischia la paralisi».
E’ per questo che ha scelto di applicare il giudice Angela Avila, nonostante avesse un processo delicato come la truffa? «Certo. Chi non è dentro il meccanismo giudiziario deve sapere che con la scadenza del coordinatore Giampiero Borraccia rimanevano soltanto due Gip e che il giudice Avila era l’unica che avesse i titoli all’interno del tribunale per affiancarli».
Però, la domanda che si fanno tutti è se non si potesse aspettare altri quindici giorni per farle completare il caso della truffa. «Intanto chi l’ha detto che sarebbero bastati quindici giorni? Io non ne sono affatto sicura. I processi si sa quando cominciano, non quando finiscono. E poi voglio dire di più...
Dica pure. «Potevo fare un trasferimento definitivo e invece ho scelto di limitarmi a un’applicazione provvisoria di sei mesi. Al termine dei quali il giudice Avila tornerà in forza alla sezione penale e potrà andare a integrare il collegio che si occuperà di un altro processo delicatissimo come quello della bancarotta».
E al Gip chi la sostituirà? «Ci sono colleghi della sezione penale che nel frattempo matureranno l’anzianità necessaria. E poi aspettiamo rinforzi nei prossimi mesi, magari arriva qualcuno che ha i titoli».
Tutta questa storia è indice di un tribunale sotto organico. «Infatti. Mancano almeno quattro giudici, di cui due al penale. Purtroppo è la realtà. La sanno tutti, anche in parlamento».
Chiarisca meglio. «Quando scoppiò il caso Etruria, vennero in visita due parlamentari e mi chiesero se il tribunale aveva gli organici per gestire una situazione così. Risposi di no, come in tutti i tribunali medio-piccoli. Servivano più giudici, ma in parlamento anche Pd e 5 stelle dissero di no. Purtroppo quanto sta succedendo è figlio pure di questa realtà»