di Gaia Papi
AREZZO
Lavori pubblici sotto osservazione nel consiglio comunale di ieri. Si parte con via Romana, nell’interrogazione a proposito della quale è Alessandro Caneschi a chiedere aggiornamenti. "Le opere stanno causando seri problemi ai residenti, alle attività commerciali e in generale a chi si deve muovere sia in uscita dalla città che in entrata. Da alcuni anni è stata avanzata la proposta che, in occasione delle festività natalizie e al pari di altre rotatorie, anche in quella di via Romana vengano posizionate installazioni luminose. I lavori sono in linea con il cronoprogramma?". Oltre alla necessità dei lavori, l’assessore Marco Sacchetti risponde. "È chiaro che quando si realizzano opere pubbliche alcuni disagi sono all’ordine del giorno ma garantire la resilienza idraulica del territorio è inderogabile. Le opere s’interromperanno a dicembre perché è giusto tenere conto di esigenze come quelle del commercio, verrà riaperta anche una parte della viabilità, dopo di che riprenderanno a gennaio mentre la loro conclusione è fissata a fine aprile 2025". Altro tema caldo: via Filzi. Alessandro Caneschi ha chiesto aggiornamenti sull’imminente ripresa dei lavori preannunciata dall’assessore Sacchetti. Quest’ultimo ha replicato che "il Comune in questi giorni ha ricevuto una lettera ufficiale della banca, che comunica la sostituzione del soggetto mandatario e una proposta di addendum al contratto di leasing". Ha fatto scalpore in città il recente allagamento del nuovo sottopasso in zona Baldaccio. A tal proposito Giovanni Donati ha chiesto quali interventi siano stati eseguiti per risolvere il problema del deflusso delle acque meteoriche. "Il 28 marzo 2023 in commissione lavori pubblici, alla presenza degli assessori Casi e Sacchetti e dei tecnici del Comune chiedemmo specifici chiarimenti sul sistema fognario e ci venne risposto che le verifiche erano state tutte effettuate. Per l’allagamento del sottopasso l’assessore Sacchetti si è assunto ogni responsabilità e ha annunciato che sarebbe intervenuto".
La sua risposta: "Ho a disposizione una relazione del direttore dei lavori e del responsabile unico del procedimento. La struttura tecnica conclude la sua diagnosi ricordando innanzitutto che l’opera è stata realizzata nel rispetto del progetto e che le criticità sopravvenute in occasione della circostanza citata dall’interrogante non sono frutto di carenze strutturali ma di circostanze specifiche. Il ristagno è stato infatti determinato dalla occasionale presenza di residui di cantiere nel pozzetto di scarico che ha reso difficoltoso il deflusso. La chiusura del cantiere dovrebbe impedire il ripetersi di tale circostanza".
Anche il sindaco Ghinelli ha voluto precisare alcuni aspetti tecnici legati a tombini, caditoie e feritoie che nell’occasione non sono stati in grado di fare confluire correttamente l’acqua nel sistema fognario. "Mi preme però ricordare che i sistemi fognari urbani sono dimensionati non sui casi critici più estremi ma su quelli temporalmente più ravvicinati. In sostanza si ammette che le fognature possano provocare un allagamento non ogni 200 ma ogni 20 o 30 anni. Non a caso, arrivato alla mia età, di eventi del genere ne ho visto molti. E aggiungo: li dobbiamo accettare. Perché il danno di un allagamento dovrà sempre essere messo a confronto con il maggiore costo da sostenere per impedirlo, realizzando sistemi fognari più consistenti ma anche eccessivamente impegnativi da un punto di vista economico. Se ogni tanto una fogna va in pressione e allaga una strada è da ritenersi accettabile nella vita di una collettività".