Bullizzata dalla compagna aveva trovato la forza di denunciarla. Chiamata in commissariato, messa difronte ai suoi gesti, è scoppiata a piangere, un pianto a dirotto, liberatorio. "Qualche settimana dopo durante un servizio in città sono stata avvicinata da due ragazzine: volevamo salutarla e ringraziarla, mi hanno detto. Erano la bulla e la bullizzata. Insieme, ora amiche". E’ la storia a lieto fine raccontata da Rosanna Torresi, vice dirigente della squadra mobile, in occasione del convegno "Strategie di rete nel contrasto alla devianza minorile. Teoria e pratica a confronto", organizzato dalla Questura di Arezzo, che si è tenuto ieri in prefettura, alla presenza, tra gli altri, del prefetto Maddalena De Luca.
Un focus sui giovani, sul bullismo, sulle trappole della rete e sulle devianze in genere. Fenomeni che hanno registrato un aumento tra i minori e i ragazzini dopo i periodi di lockdown a causa del Covid. Loro, i giovani, novanta studenti della Fossombroni- Buonarroti e Margaritone, in platea per un botta e risposta con gli attori istituzionali hanno raccontato in presa diretta il fenomeno di bullismo: una giovanissima si è alzata in piedi e ha trovato il coraggio di dire di essere stata oggetto di scherno: bullizzata per il suo aspetto fisico. "Pesavo 45 chili più di ora e, ad un certo punto non volevo più mangiare. Stavo per andare in terapia. Poi, ne sono uscita anche con l’aiuto degli amici e della mia famiglia", ha raccontato raccogliendo un lungo applauso anche da parte dei compagni. Arezzo, nei giorni scorsi, è stata al centro delle cronache per la vicenda del minorenne non vedente aggredito dal branco per aver difeso un amico al quale volevano prendere un pacchetto di sigarette dallo zaino. "Gli altri amici sono scappati tutti – hanno raccontato gli investigatori – ma una ragazzina, minuta, è rimasta a difenderlo e a frapporsi alla gang che l’ha spintonata a terra". Il resto è la cronaca giudiziaria dell’arresto di uno dei tre autori dell’aggressione. All’evento hanno preso parte il procuratore per i minori Antonio Sangermano, la dirigente della Postale di Firenze, Alessandra Belardini, la funzionaria dello Sco di Roma, Rosaria Di Blasi, il direttore dell’Unità Salute mentale infanzia Luciano Luccherino. Presente anche il mondo della scuola e dei servizi sociali, con Tiziana Nocentini dell’ufficio scolastico regionale, Paola Garavelli direttore degli ufficio servizi sociali Comune. Tra gli esperti i dirigenti della questura di Arezzo in prima linea: il dirigente della squadra mobile Luca Penta e Pilar Torina dell’ufficio prevenzione generale. A moderare la caposervizio de La Nazione di Arezzo, Erika Pontini. "Forze diverse a servizio di un unico obiettivo, quello di intercettare un disagio che è ormai evidente tra i giovani" ha spiegato il questore Dario Sallustio che ha voluto il confronto tra rappresentanti istituzionali e giovani. "E’ necessario fare prevenzione nelle scuole e nei centri di formazione e aiutare i giovani a diventare cittadini attivi mettendo un accento anche sui loro doveri, oltre che sui diritti. Il ragazzo deve comprendere il disvalore della sua condotta, a noi non interessa solo punire, quanto far comprendere il male che ha fatto" ha spiegato Sangermano. Bullismo, ma anche abuso di alcol, di droghe, spesso all’origine delle violenze sessuali, oggetto del dibattito. "È necessaria la presenza di due istituzioni latitanti da tempo: la famiglia e la scuola", ha sottolineato il dottor Luccherino.
Gaia Papi