Arezzo, 12 novembre 2020 - Una piccola isola colorata di arancione dentro un territorio giallo. È la situazione nella quale è venuta a trovarsi l’exclave toscana del Comune di Badia Tedalda all’interno dell’Emilia Romagna (fino al 2009 era Marche) dopo la mezzanotte fra martedì 10 e mercoledì 11 novembre, sempre per la oramai nota questione legata alla diffusione del Covid-19. I 280 abitanti, principalmente concentrati fra le frazioni di Ca’ Raffaello (divenuta tristemente famosa per la vicenda di Guerrina Piscaglia), Cicognaia e Santa Sofia Marecchia debbono produrre l’autocertificazione e spiegare i motivi per venire a fare la spesa oppure recarsi dal medico curante a Badia Tedalda. Peraltro, a Ca’ Raffaello non c’è più né il negozio di generi alimentari né la vendita dei giornali, ma per raggiungere il capoluogo comunale si deve percorrere il breve tratto della strada regionale 258 nel quale si trova la località di Molino di Bascio, nel territorio di Pennabilli. Queste, per ora, le disposizioni da seguire, salvo contraria indicazione del prefetto. C’è poi un altro caso singolare sullo stesso versante di Appennino: quello di Ponte Presale e della vicina Colcellalto, due frazioni di Sestino (220 abitanti in totale), dalla quale distano però 17 chilometri, mentre due soltanto - o poco più – le separano da Badia Tedalda. “Per ragioni di comodità, i miei compaesani di questi due luoghi potranno andare a Badia e quindi cambiare Comune – ha detto Franco Dori, sindaco di Sestino – purchè muniti di autocertificazione, nella quale deve essere scritto il motivo, ovvero spesa, medico, infermiere e farmacia, ma anche ufficio postale e banca, se di essa sono clienti e per operazioni essenziali da effettuare”.
CronacaCa' Raffaello: autocertificazione per fare la spesa nel proprio Comune, Badia Tedalda