CLAUDIO ROSELLI
Cronaca

"Situazione fuori controllo". Rabbia del sindaco dopo l’incidente: “Caccia più intensa ai cinghiali”

Il primo cittadino di Pieve Santo Stefano invoca un intervento. Coldiretti e Confagricoltura sottolineano non solo i danni al comparto ma anche gli altri pericoli

Un cinghiale (Foto Ansa)

Un cinghiale (Foto Ansa)

Pieve Santo Stefano (Arezzo), 11 agosto 2024 – «Occorre una caccia di selezione più intensa e non accetto quanto è stato scritto in un sito a proposito dell’incidente: non è stato il motociclista a investire il cinghiale, ma l’esatto contrario". È francamente arrabbiato Claudio Marcelli, sindaco di Pieve Santo Stefano, nel giorno in cui ha perso la vita il suo concittadino Andrea Camaiti, che conosceva benissimo e con il quale aveva un ottimo rapporto.

"I cinghiali girano spesso anche dentro il paese – spiega il primo cittadino – tanto che mi sono già trovato costretto a inoltrare la specifica richiesta all’autorità competente, l’ambito territoriale di caccia (Atc), al fine di contenere la proliferazione di questi animali. Qualcosa è stato fatto – non lo nego – ma relativamente alla parte che è considerata centro abitato e che dal bivio di Sintigliano, sulla strada per il valico di Viamaggio, arriva fino alla località di Daga, sul versante sud. Il punto dell’incidente si trova più a sud e fuori da questo contesto, ma è normale che i cinghiali si muovano anche oltre; anzi, sono stati la causa di più incidenti verificatisi proprio in quel tratto di strada, poi un conto è se le conseguenze si limitano ad ammaccature nella carrozzeria e un altro conto è se qualcuno ci rimette la vita. Le probabilità che possa di nuovo succedere un grave incidente restano elevate e allora è bene che la situazione venga presa in seria considerazione", conclude Marcelli.

Alle parole del primo cittadino di Pieve Santo Stefano fanno eco gli interventi al riguardo di Lidia Castellucci e di Carlo Bartolini Baldelli, rispettivamente presidente di Coldiretti e Confagricoltura Arezzo. "Le problematiche legate alla presenza di ungulati nel nostro territorio restano anche se la Regione Toscana ha accolto in parte i temi della nostra protesta nel mese di luglio – spiega Lidia Castellucci – sono cresciuti i termini dell’articolo 37, è stato rivisto il piano venatorio, aumentando di un mese il periodo di caccia, mettendo in atto procedure finalizzate a ridurre il problema. Ad ogni modo i cacciatori sono sempre meno e sempre meno riescono a fare abbattimenti. Certamente c’è stato un passo in avanti nel permettere alle Regioni di intervenire per il contenimento, ma occorrono interventi maggiormente risolutivi. E’ sicuramente necessario muoversi su più fronti per contenere il problema non solo legato al mondo agricolo ma anche a quello civile e alla sicurezza stradale. Tema che che ribadiamo ormai da tempo ".

Dello stesso avviso anche il presidente di Confagricoltura. "E’ evidente che il sovrannumero di ungulati, principalmente cinghiali, continua ad essere un problema importante - sottolinea Carlo Bartolini Baldelli - In primo luogo per le nostre colture che sono ogni anno fortemente danneggiate. Dai cereali appena raccolti alla vendemmia ormai prossima i danni sono e saranno ingenti mentre i risarcimenti del tutto inadeguati. Non vanno dimenticate poi altre conseguenze che derivano da questo sovrannumero, dagli incidenti stradali, ahimè talvolta anche mortali, alla diffusione della peste suina africana, la cui presenza è ormai certificata anche nel nord della nostra regione. Un problema, questo sovrannumero, che si somma alle dinamiche sfavorevoli dei prezzi, alla burocrazia ed ai cambiamenti climatici. Criticità che, messe insieme, mettono a durissima prova il nostro comparto agricolo".