Caccia con 8mila doppiette. Ma i numeri sono in calo

Flessione tra il 2 e il 5% per la mancanza di ricambio generazionale. Incidono costi in aumento, calo di selvaggina e proteste animaliste .

Caccia con 8mila doppiette. Ma i numeri sono in calo

La caccia qui chiuderà il 31 gennaio prossimo

Circa ottomila le doppiette aretine che hanno risposto presente alla riapertura della caccia. La nuova stagione venatoria è partita come ogni anno con numeri in calo. Una flessione fisiologica tra il 2 e il 5% per mancanza di ricambio generazionale in uno sport che vede l’età media alzarsi nonostante i giovani che si avvicinano a questo mondo. Tra i motivi i costi alti che fanno della caccia una passione non per tutti, l’incertezza dei calendari venatori e la scarsità di selvaggina. "Sono circa 8mila le doppiette aretine, una situazione stabile, tra il 2 e il 5% l’anno il calo generazionale, ma siamo lontani dal -10% annuo post Covid, quando le difficoltà economiche scoraggiarono molti – spiega Sergio Fabianelli vice presidente provinciale associazione migratoristi italiani Anuu – Ogni anno si spendono circa 500 euro, tra 173 euro di tassa governativa, 23 di tassa regionale, 100 euro per il primo Atc, l’ambito territoriale di caccia ristretto (Arezzo ne ha due), 50 euro per il secondo Atc, circa 120 di assicurazione". E queste cifre riguardano chi ha già tutta l’attrezzatura e il cane. I costi salgono per avvicinarsi da zero. "A un ragazzo che volesse iniziare il primo anno non bastano 3mila euro – prosegue Fabianelli - per un fucile standard siamo intorno a 1500 euro, poi c’è il cane, un cucciolo va dagli 800 ai 1200 euro ma va allevato, per arrivare a cacciare ci vuole più di un anno. Il cane inoltre va mantenuto, c’è la spesa per cibo e veterinario. A ciò si sommano cartucce e abbigliamento. Nonostante questo ci sono ancora giovani che si avvicinano all’attività venatoria. Si tratta di persone che fanno una vita sana, si alzano presto per andare a caccia, si tengono in forma. Instaurare un legame con il cane poi, porta il giovane a comportamenti responsabili, la caccia dura pochi mesi, il cane c’è tutto l’hanno e va accudito". A pesare sulla riduzione dei cacciatori anche le proteste degli animalisti. "Le leggi attuali non danno la certezza della caccia, in tutte le regioni ci sono ricorsi contro i calendari venatori (qui si va dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio) aspetti che creano incertezza, molti aspettano a rinnovare il tesserino per paura che poi non si apra. Ecco perché la vera entità del calo di doppiette l’avremo a dicembre. A diminuire anche la selvaggina, per una cattiva gestione del ripopolamento".

Angela Baldi