CLAUDIO ROSELLI
Cronaca

Cacciatori salvano l’amico in squadra. Un gruppo lo soccorre col massaggio. Gli altri corrono al primo defibrillatore

Va in arresto cardiaco e crolla a terra: i compagni non si arrendono e si organizzano in pochi secondi. L’apparecchio era a quattro chilometri dal bosco, corsa per prenderlo. Il settantenne è grave ma vivo .

L’uomo colpito da un arresto cardiaco è stato portato col Pegaso a Siena

L’uomo colpito da un arresto cardiaco è stato portato col Pegaso a Siena

Va in arresto cardiaco mentre sta cacciando, ma la freddezza dimostrata dagli amici diventa determinante per salvargli la vita. Tragedia seriamente sfiorata nel primo pomeriggio di ieri nei boschi di Anghiari, dove un uomo di 70 anni – residente nel Comune valtiberino – era impegnato in una battuta di caccia al cinghiale con una squadra del posto in località Casale, nelle vicinanze di Pianettole. All’improvviso, il pensionato è stato colto da un malore (potrebbe essersi trattato con ogni probabilità di un infarto), si è accasciato a terra e, come ricordato in apertura, con il cuore che non batteva più. Stando a quanto risulta, i colleghi cacciatori non si sono persi d’animo e hanno ben pensato di organizzarsi nella maniera risultata poi efficace: un gruppo di essi è infatti rimasto lì a rianimarlo, praticandogli il massaggio cardiaco e chiamando il 118 (l’allarme è scattato intorno alle 14.30), mentre altri sono saliti in auto e a tempo di record hanno percorso i circa quattro chilometri che separano il luogo dal Campo alla Fiera, nella parte alta di Anghiari, dove è posizionato il defibrillatore pubblico. Qui hanno preso l’apparecchio e sono tornati nella macchia per applicarlo sul torace del 70enne: il Dae ha scaricato, a dimostrazione del fatto che si era verificato proprio un arresto e il cuore è ripartito. Quando l’ambulanza del 118 della Misericordia di Sansepolcro è arrivata con gli addetti, assieme al Pegaso, l’uomo aveva già ripreso a respirare e il peggio – almeno in quel momento - era per fortuna passato, anche se il cacciatore è stato caricato all’interno dell’elisoccorso e trasportato in codice rosso al policlinico delle Scotte di Siena, dove si trova in osservazione.

Davvero provvidenziale il comportamento degli amici che erano con lui e che hanno dimostrato anche indubbie capacità, come opportuna si sta rivelando sul territorio la presenza dei defibrillatori: evidentemente, quanto avvenne allo stadio di Pescara il 14 aprile 2012, con la morte del calciatore Gianmarco Morosini, ha insegnato molto e tante situazioni, in questi dodici anni, sono state salvate grazie al defibrillatore, divenuto obbligatorio anche in tutte le competizioni sportive. I singoli Comuni hanno acquisito cultura in materia, beneficiando anche di donazioni in tal senso. In tempi passati e a parità di circostanza, oggi avremmo corso il rischio di assistere a una vera e propria disgrazia.