REDAZIONE AREZZO

Camorra, i giudici chiudono il night. Confiscati beni per oltre 1,5 milioni

La Cassazione conferma il sequestro. Cala il sipario sul Poison e la rete di legami col clan Bove-De Paola

Camorra, i giudici chiudono il night. Confiscati beni per oltre 1,5 milioni

La Cassazione ha confermato la confisca milionaria a quella che, secondo la suprema Corte, è stata una figura centrale nell’insediamento del clan mafioso Bove-De Paola ad Arezzo: Maria Assunta Fantasia, 60 anni, originaria di Benevento, ma con radici in città, condannata per i suoi legami con la camorra. I giudici hanno rigettato il suo ricorso e confermato la confisca per un patrimonio da 1,5 milioni.

Si conclude così la complessa attività di indagine diretta dal procuratore aggiunto di Firenze e condotta congiuntamente, in stretta sinergia, dal personale della divisione polizia anticrimine della questura di Arezzo, il nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Arezzo, e dal Gico della guardia di finanza di Firenze. Ad Arezzo Maria Assunta Fantasia divenne la proprietaria del Poison, il night club in via Porta Buia, per il cui acquisto e gestione, secondo gli inquirenti, veniva utilizzato denaro proveniente dal clan mafioso Bove-De Paola. Le indagini rivelarono come il night sarebbe stato uno dei covi scelti dalla camorra per "prendersi Arezzo" passando dallo spaccio di droga, così dicevano gli affiliati nelle intercettazioni.

L’immobile del "Poison", venne confiscato nel gennaio 2022 nel corso di un’operazione congiunta di Polizia e Finanza. Dopo le condanne per mafia, con il blocco di beni per un milione e mezzo, si chiuse il cerchio sull’infiltrazione del clan Bove-De Paola. Clan operante nel beneventano-avellinese a partire dagli anni ’90 fino al 2002. Ad Arezzo il capo, Orazio De Paola, all’epoca della latitanza, trovò rifugio. A lui, appena trentenne, si legò Maria Assunta Fantasia, la "Tina". Da Benevento sbarcò in città come proprietaria del night club "per il cui acquisto e gestione - raccontano oggi le carte processuali - veniva utilizzato denaro proveniente dalle attività delittuose del clan".

Ora la Cassazione ha messo la parola fine al lungo iter giudiziario, iniziato a febbraio 2021, con la proposta, a firma congiunta del Procuratore Distrettuale della Repubblica di Firenze e del Questore di Arezzo, di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale della confisca dei beni.

Il valore complessivo è di 1,5 milioni, costituiti dal capitale sociale della società con sede ad Arezzo e dall’intero patrimonio aziendale: un appartamento in via Monte Cervino, lo stesso dove il boss trovò rifugio, una Mercedes e dall’immobile che ospitò il Poison.

Ga.P.