LUCIA BIGOZZI
Cronaca

"Campo largo per tornare a vincere". Ceccarelli punta regionali e comunali. Al centro? I progetti, non i candidati

"In lizza ad Arezzo? Farcela non dipende da una persona: serve una rete coi civici, coalizione oltre il Pd". Il ruolo dei moderati, il rapporto con Donati e renziani. "Escono le contraddizioni nel fronte opposto".

"In lizza ad Arezzo? Farcela non dipende da una persona: serve una rete coi civici, coalizione oltre il Pd". Il ruolo dei moderati, il rapporto con Donati e renziani. "Escono le contraddizioni nel fronte opposto".

"In lizza ad Arezzo? Farcela non dipende da una persona: serve una rete coi civici, coalizione oltre il Pd". Il ruolo dei moderati, il rapporto con Donati e renziani. "Escono le contraddizioni nel fronte opposto".

Ceccarelli, ritiene sia chiusa la sua lunga avventura in Regione o spera di continuarla? "La mia esperienza è lunga, credo positiva per le ricadute sul territorio. Ma in politica, non si può mai dare nulla per certo".

Quindi? "Dipenderà dalle scelte del partito a livello locale e regionale nell’ambito di una coalizione più ampia possibile".

Sono passati anni dalla sua doppia presidenza in Provincia, ha ancora voglia di incidere sulle amministrazioni locali? "La politica per me è sempre stata legame con le realtà locali e impegno per migliorare le condizioni delle comunità".

Fa un pensierino al Comune? Sarà lei l’uomo che riporta Arezzo al centrosinistra? "Riportare Arezzo al centrosinistra è una sfida difficile che deve impegnare una vasta coalizione politica, aperta al civismo e a tante persone di buona volontà. Se serve, io posso essere uno insieme a tanti altri. Tutto è utile in questa fase, tranne che iniziative personali".

Lei valuterebbe la candidatura a sindaco? "Non credo che la riconquista del Comune possa dipendere da una sola persona. Occorre un impegno corale".

Ma se il Pd glielo chiedesse? "Per riportare la città al centrosinistra serve un’amministrazione più attenta ai bisogni delle persone. È una soluzione che deve maturare in un ambito non legato solo al Pd, pure se il Pd dovrà essere perno di una coalizione molto ampia".

Come si spiega i rovesci del Pd in piazze - Cortona o Montevarchi - storicamente sue? "C’è stato un fenomeno complessivo che ha riguardato il centrosinistra. Qui le trasformazioni economiche e sociali forse non bene interpretate dal partito, spesso accompagnate da divisioni interne hanno portato alla sconfitta in alcune realtà. Ma se ricominciamo a fare quello che la sinistra deve fare sul piano della proposta, vedo la ripresa di un ruolo".

Ritiene l’apertura a Italia Viva possa essere decisiva per i prossimi duelli? "La segretaria Schlein ha sempre lavorato per comporre coalizioni ampie e il suo slogan ‘meno veti e più voti’ è ciò che serve fare a tutti i livelli. Non è stato il Pd a mettere veti, semmai sono stati altri. Ora noto positivamente che certi atteggiamenti si vanno sfumando".

Lo sarebbe anche per Arezzo? "Occorre agire in ambito complessivo e plurale. Il segretario comunale Luciano Ralli sta facendo un buon lavoro di tessitura per la composizione di una vasta coalizione che va dalla sinistra alle forze moderate e deve partire anche dal lavoro faticoso fatto dalle opposizioni in questa legislatura. E aprirsi al civismo".

Come mai il Pd fa fatica a camminare con i civici, ultimamente più decisivi a destra? "È un terreno che dobbiamo recuperare con una maggiore capacità di aprirsi alle persone che si riconoscono nel centrosinistra, hanno a cuore la propria comunità e sono pronte a condividere un progetto comune".

L’area Donati può essere un campo con cui allargare le alleanze? "Le alleanze devono nascere su un progetto, quindi servono condivisioni programmatiche. Nessuno deve porre veti ma costruire un programma più avanzato finalizzato alla crescita e sostenibile sui temi sociali".

Il centro è decisivo per vincere qualunque elezione: come intendete muovervi per conquistarlo? "È molto importante il voto dei moderati, non come centro autonomo, ma dentro gli schieramenti. Il centrosinistra deve creare le condizioni anche per l’agibilità del voto moderato".

Come giudica l’attuale tenuta del centrodestra? "Può beneficiare ancora della vittoria alle politiche ma cominciano ad esplodere le contraddizioni. La legge di bilancio non risolve il problemi del Paese e la Toscana ne paga gli effetti".

Perchè? "Per i danni dell’alluvione le risorse arrivano tardi e in quantità minime: nell’area di Prato e Pistoia su oltre un miliardo di danni censiti arrivano dopo mesi 67 milioni, la Regione ne ha già messi nel suo bilancio 32. Poche risorse sul dissesto idrogeologico, tagli ai Comuni con un impatto sui servizi, soldi insufficienti nel fondo sanitario del 2025 con progressiva riduzione fino al 2029".

Crisi della moda e infrastrutture: centinaia di aziende in difficoltà e poi i nodi Medioetruria e Due Mari. A che punto siamo? "Il governo ha ridotto i fondi su vari capitoli. Non c’è niente sulla Due Mari, lotto di Arezzo e connessione con la E45. La crisi della moda è vasta, riguarda anche il Panno Casentino. Con la collega De Robertis e il consigliere Casucci abbiamo approvato un atto unitario chiedendo l’intervento al governo oltre a ciò che può mettere in campo la Regione. Regione che per la provincia ha già stanziato oltre 5 milioni, di cui uno e mezzo per Arezzo".

Medioetruria si farà o no? "Con il centrosinistra al governo dell’Umbria ci saranno condizioni concrete, non quelle ideologiche di Salvini. Nell’immediato occorre ottenere più fermate dei treni alta velocità nelle stazioni di Arezzo e Chiusi. Medioetruria resta un obiettivo importante per la mobilità delle persone e come volano di sviluppo".

Vicenda Polcri: il presidente non ha maggioranza in consiglio. Sarete la sua stampella? "Siamo dentro lo schema di una legge sbagliata che separa i destini del presidente da quelli del consiglio. Polcri ha commesso un errore a non rispettare quanto aveva proposto ottenendo i voti anche di amministratori di centrosinistra: la Casa dei Comuni. Ha fatto un errore tentando di rientrare nel perimetro politico del centrodestra. Il Pd non vuole fare da stampella a nessuno. Come ha dimostrato negli ultimi consigli, tiene un atteggiamento responsabile e attento alle istanze dei territori. Una cosa è certa: nel centrodestra è in atto una lotta di potere che non nulla a che fare con i bisogni delle comunità".