
Alessandro Cantarelli
Arezzo, 13 marzo 2016 - Una sigla che tenta di acquistare la Cantarelli, un avvocato svizzero a cui quella sigla fa riferimento: e quell'avvocato è legato a un conto elvetico da cui transita, secondo la ricostruzione della procura, il cosiddetto tesoro di Eutelia. Un groviglio tutto aretino, che ricollega d'incanto i fili di storie diverse. Un filo scoperto da Paolo Casalini nel sito Informarezzo.com: alla base il blitz della Guardia di Finanza che ha preso di mira la Geovision di Badia al Pino.
Ma Geovision significa anche legami con Valeriano Mureddu, intermediario tra il faccendiere Flavio Carboni e l’allora vicepresidente di Banca Etruria Pierluigi Boschi. Il nome di Carboni risulta nelle mail dei computer sotto sequestro della Geovision. Carboni e Mureddu insieme nella scalata poi abortita alla Cantarelli, trattativa per la cessione alla Biochefarm di Chiasso. E a chi è riferibile la Biocherfarm? All’avvocato Pierfrancesco Campana, titolare di uno studio a Chiasso in Corso San Gottardo.
E’ lo stesso Campana finito nell’inchiesta per il crac di Eutelia, causa la Stet Holding, società con sede allo stesso indirizzo dello studio Campana, uno dei lati delle triangolazioni - come scrisse la Nazione nel giugno 2010 - che partono da Arezzo e attraverso giri di false fatturazioni arrivano a Bucarest e Sofia, con milioni di euro che alla fine confluiscono in alcuni conti bancari elvetici nella disponibilità della famiglia Landi o dei personaggi ad essa vicini, come appunto l’avvocato.
La Finanza ipotizzò che la società potesse «rappresentare un serbatoio di liquidità finanziarie a disposizione della famiglia Landi per un successivo reimpiego». Sempre a Campana la Procura riconduceva la cessione per 60 milioni delle telefonate premium, a una sigla, «Voiceplus», controllata dai Landi per mezzo dell’avvocato svizzero, intestaria ufficiale l’elvetica «Cumbres Sa». E questo per tagliare fuori dai profitti altri azionisti Eutelia, sempre stando al convincimento degli inquirenti.
Ritorna dunque nelle storie aretine il nome di Campana dopo la richiesta di rinvio a giudizio avanzata nel 2010 dal pm Roberto Rossi. Lo svizzero era stato indagato nel 1987 per un traffico d’armi e una decina di anni più tardi coinvolto nel fallimento di una banca. Alle spalle anche una condanna a tre anni nel processo sull’utilizzo illecito di fondi statali per la ricostruzione della diga del Vajont.