MARCO CORSI
Cronaca

Caos Pd, bufera a Terranuova. Il vicesindaco si autosospende. Sale l’idea della sfida a Chienni

Di Ponte lancia un durissimo j’accuse nella lettera ai vertici dem dopo il no alle primarie "Chi non accetta il pensiero unico viene messo alla porta". La prospettiva: "Non mi fermo qui" .

Caos Pd, bufera a Terranuova. Il vicesindaco si autosospende. Sale l’idea della sfida a Chienni

Si è autosospeso dal partito Democratico, annunciando che il suo percorso politico non è concluso, e alimentando quindi le voci che lo danno candidato con una lista civica. A Terranuova Mauro Di Ponte torna a far parlare di se.

L’attuale vicesindaco, che per mesi ha chiesto le primarie per scegliere il candidato sindaco del centrosinistra, ha rotto definitivamente con il Pd, inviando una lettera ai vertici del partito regionale e provinciale e alla segreteria comunale. Di Ponte ha annunciato la sua autosospensione e ha lanciato accuse per il modo con cui è stato gestito il Pd nella cittadina valdarnese. Tutto nasce dalla richiesta, sempre negata dai vertici dem, di primarie.

"Un elemento riconoscibile e distintivo del nostro partito, una porta aperta verso gli elettori che solo così sono partecipi e protagonisti delle scelte", ha spiegato Di Ponte. Che aggiunge: "Il Pd di Terranuova aveva affrontato il cammino verso il rinnovo dell’amministrazione mettendo a confronto le varie sensibilità che lo animano e non può essere un atto di legge a fermare il confronto". Il riferimento è al terzo mandato per i sindaci dei comuni con meno di quindicimila abitanti, che ha riproposto la candidatura di Sergio Chienni, al timone del municipio per dieci anni. "A questo punto è giusto chiedersi se nuove istanze all’interno del nostro partito debbano essere ascoltate e costituiscano i prodromi del cambiamento. Confrontiamoci! Il Partito Democratico di Terranuova da tempo non è più un luogo dove potersi confrontare serenamente e liberamente; non è più un partito politico aperto alla discussione e al contradditorio; non è più uno spazio dove tutti i pensieri, anche quelli di minoranza, sono ascoltati e rappresentati; dove tutti dovrebbero poter accedere alle assemblee, tesserati e non, come previsto dal nostro statuto per poter ascoltare e discutere di politica.

Nel Pd di Terranuova, - ha continuato Di Ponte nella durissima lettera ai vertici dem - alle ultime assemblee alcuni terranuovesi ed alcuni iscritti non hanno potuto partecipare per volontà del segretario, che li ha lasciati fuori dall’aula, situazione di una gravità incredibile". Un j’accuse durissimo. Per il vicesindaco manca la capacità di ascolto e di programmazione. Ma anche il rinnovamento della classe dirigente. "Tutto frenato e bloccato dai soliti noti che non lasciano spazio alle nuove generazioni, un numero ristretto di persone che fanno parte dei vertici ed impongono un pensiero unico. Chi sostiene qualcosa di diverso, come ho fatto io, viene messo alla porta".

Non è mancata una stoccata anche ad altre forze della coalizione di centrosinistra. "Vorrei capire perchè si continua a programmare un futuro politico con esponenti di forze politiche che in comuni a noi vicini si schierano in compagini politiche avverse al Pd e lo combattono in ogni modo. Com’è possibile che questi esponenti a Terranuova tessano le lodi del Partito Democratico e a pochi chilometri da qui lo combattano?", si è chiesto Mauro Di Ponte, che poi non ha assolutamente escluso una sua scesa in campo.

"So bene che il mio percorso politico non è assolutamente concluso, anzi è giunto proprio il momento in cui posso far tesoro di quella che è la mia esperienza all’interno dell’amministrazione del nostro Comune. I cittadini continuano a riconoscere nella mia persona un esponente in grado di portare le loro istanze negli ambienti istituzionali. Ad una cultura di governo fatta di pochi, io oppongo un condivisione delle scelte con la gente ed i cittadini. Ad un partito chiuso in una stanza, contrappongo un partito aperto all’ascolto".

Il dado è tratto e dopo il caso Cortona e le fibrillazioni nell’area del centrodestra, si apre un altro rebus che a tre mesi dal voto agita lo schieramento di centronistra.