GAIA PAPI
Cronaca

"Cari posteri, vi riscriviamo". Sotto la scala della Fraternita un’urna con lettere e foto

Inaugurata ieri la struttura realizzata in travertino che completa la facciata dell’antico Palazzo. Pier Luigi Rossi ha depositato un messaggio per i futuri aretini: "Ritrovato il selciato di Vasari".

"Cari posteri, vi riscriviamo". Sotto la scala della Fraternita un’urna con lettere e foto

"Cari posteri, vi riscriviamo". Sotto la scala della Fraternita un’urna con lettere e foto

"Un cantico salga dal nostro cuore a te…". È sempre un’emozione per gli aretini sentire le parole della loro Terra d’Arezzo: ieri sera, in occasione dell’inaugurazione della scalinata della Fraternita, la suggestione è stata massima. A cantare l’inno di Arezzo è stato il Polifonico con il coro Voiceincanto, accompagnato dai Musici.

"Così come avveniva negli anni Trenta ad ogni Giostra. Dopo Ottanta anni ho voluto riproporre questa magia, con la speranza di tornare alle origini" ha spiegato il primo rettore Della Fraternita, Pier Luigi Rossi che ieri sera in piazza Grande ha organizzato una vera e propria festa. Fari e occhi puntati sul palazzo della Fraternita dei Laici e sulla elegante scalinata appena restaurata, proprio davanti al mattonato, unico al mondo, che in questo fine settimana ospita la Fiera Antiquaria. E poi il Comune, i musici, il coro, le rappresentanze dei quartieri, i fanti. Una meraviglia nella notte d’estate aretina.

"Abbiamo creato un’occasione in cui far incontrare le principali attività di Arezzo per far festa e accogliere la nuova scala" continua Rossi.

"Questa la cornice dell’iniziativa culturale e storica aperta a tutta la popolazione perché la scala è un patrimonio pubblico che racconta la storia della città, molte le generazioni che si sono sedute su quelle scale". Poi c’è la presentazione della nuova scalinata.

"Un gioiello realizzato con il travertino delle cave di Rapolano, le stesse da dove venne estratto, nel 1780, il materiale che fu utilizzato per costruire l’elegante balaustra del palazzo, e nel 2018 per la pavimentazione. Un modo per dare un senso di continuità tra il palazzo e la piazza tutta. Una piazza che vanta più stili ma in cui, tra il mattone e la pietra, troneggia il travertino. Lo troviamo nelle Logge dal pavimento, al basamento dei pilastri, e poi nella fontana. Quarantatre le tonnellate di marmo necessarie a costruire la scalinata, composta da 14 gradini e da 108 blocchi di travertino di quattrocento chili, tutti diversi fra loro" sottolinea Rossi.

Seguendo un’antica tradizione, poco prima di terminare i lavori, nella base della nuova scalinata sono state depositate delle monete, ma non solo. "Insieme anche un’urna zingara contenente alcune nostre fotografie e una lettera nell’etica della provvisorietà: noi passiamo, ma la Fraternita resta. Così, quando tra qualche secolo, verranno effettuati degli scavi troveranno la nostra testimonianza" continua Rossi.

I lavori, iniziati lo scorso aprile, si erano resi necessari per arginare le ferite inferte dal tempo alla scalinata, quella rampa semicircolare realizzata alla fine del ‘600 e poi completata con la balaustra circa un secolo dopo.

E "dopo quattro lunghi anni di ricerca storica" ha spiegato Daniele Talozzi, l’architetto che ha messo la firma sull’imponente lavoro, qualche giorno prima della Giostra di giugno, come da cronoprogramma, si sono conclusi. Un cantiere guidato da Alfredo Provenza, portato avanti in tandem da Comune e Fraternita sotto la supervisione della Soprintendenza. Il costo dell’operazione si aggira intorno ai 130 mila euro.

E mentre i lavori andavano avanti ad ogni step veniva fuori un pezzo di storia della città. Come il vecchio selciato, quello su cui camminava Giorgio Vasari al tempo in cui era primo rettore della Fraternita. Un’emozione grande che ieri la Farternita ha voluto celebrare insieme a tutta la città.