Angela Baldi
Cronaca

“Possiamo essere tutte Carmen”: Rossella Brescia a teatro racconta l’ultimo incontro “sempre fatale”

Domani alle 21, al Petrarca di Arezzo, lo spettacolo in prima nazionale nato da un’idea di Elena Marazzita, in cui c’è anche la voce di Francesco Montanari, nel ruolo di Don Josè. La protagonista tra danza, parole e musica: “Dobbiamo sensibilizzare soprattutto i giovani”

Rossella Brescia è Carmen nello spettacolo in scena al Teatro Petrarca di Arezzo

Rossella Brescia è Carmen nello spettacolo in scena al Teatro Petrarca di Arezzo

Arezzo, 24 novembre 2024 – Una storia tragicamente moderna quella di Carmen, la prima eroina del mondo della lirica vittima di femminicidio, colpevole di aver accettato l’ultimo fatale incontro. Va in scena domani alle 21 in prima nazionale col titolo emblematico di “Carmen: l’ultimo incontro”: lo spettacolo Aida Studio Produzioni nato da un’idea di Elena Marazzita in programma al Teatro Petrarca di Arezzo con protagonista Rossella Brescia nel ruolo di Carmen.

Lo spettacolo su testo di Debora Pioli con la regia di Marco Voleri, vanta il patrocinio di Amnesty International Italia e si inserisce nella programmazione de “La Toscana delle Donne” della Regione Toscana. Obiettivo sensibilizzare la cittadinanza su un tema così drammaticamente al centro delle cronache. 

Al Petrarca andrà in scena un reading musicale liberamente ispirato al capolavoro di Georges Bizet con Rossella Brescia voce recitante e danzatrice, accompagnata dal ballerino Amilcar Moret, dal mezzosoprano Mariangela Zito, dal pianista Andrea Tobia, dal violoncellista Alessandro De Felice, dalla voce di Francesco Montanari nel ruolo di Don José. Agatha Fuoco, infine, interpreterà il ruolo della piccola Carmen. 

Un capolavoro che non smette di affascinare gli spettatori rappresentando una storia oggi attuale più che mai. In scena la straordinaria interpretazione di Rossella Brescia che tra danza e parole interpreta Carmen, personaggio femminile forte, anticonformista, tragicamente moderno.

Rossella Brescia
Rossella Brescia

Rossella Brescia, l’errore di Carmen è quello che fanno molte vittime di femminicidio oggi, accettare l’ultimo incontro?

“Purtroppo sì, nei testi infatti si sente dire che questa Carmen puoi essere anche tu, possiamo essere tutte noi. Dobbiamo accettare di non essere sempre succubi, cercare di combattere tutto questo, mentre ancora oggi siamo costrette ad accettare storie di questo genere. Succede esattamente ogni giorno, le cronache ce lo ricordano di continuo ed una ed è una cosa che mi rattrista molto. Ecco perché spettacoli come questo andrebbero fatti vedere a tutti, è una questione culturale che va risolta a partire dai giovani che devono capire una parità tante volte messa da parte”.

Questa storia va in scena per la giornata contro la violenza sulle donne, in che modo è tragicamente moderna?

"La Carmen di Bizet è veramente attuale perché storie come la sua succedono di continuo. Non soltanto con la violenza domestica e tra sconosciuti, succede per esempio a stati interi come Iran e Afghanistan dove le donne non hanno più una vita né un’identità”.

In scena ballerà, ma lo spettacolo è un anche reading tra parole, danza e musica?

“È un modo diverso di raccontare la storia, alla fine accontenta un po’ tutto il pubblico non solo gli appassionati di danza. C’è la musica dal vivo e c’è la storia raccontata attraverso reading e monologhi molto esplicativi”.

Tre sono quelli di Francesco Montanari nella parte di Don José, il pubblico ascolta anche il punto di vista del carnefice?

“Dal monologo di Francesco Montanari si capisce bene la vicenda in cui si troverà Carmen, che è una donna avvenente a cui piace essere guardata, ma non per questo è priva di diritti. E’ una donna che va rispettata con tutte le sue idee, lei stessa ha un forte coraggio ed è quello che porta in scena: il coraggio di decidere, preferisce morire piuttosto che vivere una vita non sua”.

T15CAAAA
Francesco Montanari

A volte la colpa che si attribuisce alle donne è proprio quella di essere avvenenti...

“Come ti vesti? Anche quella è una forma di violenza magari detto da un fidanzato, cercare di sminuire l’altra. La violenza è anche psicologica, al pari di altre e il fatto di essere avvenente non significa doversi sentire in colpa. Spettacoli come questo servono a diffondere un messaggio di rispetto per gli altri, per le donne e per le persone”.

Carmen è un personaggio femminile molto forte, desideroso di indipendenza, come lo ha fatto suo?

“Porto in scena Carmen da tanto tempo, prima come spettacolo di danza, adesso con un reading. Ogni monologo in questo spettacolo ha cose che ti toccano veramente il cuore come quando Carmen dice «ho deciso di vivere come voglio e non devo chiedere il permesso di respirare a nessuno». C’è una grande voglia di riscatto che mi ha sempre colpito, questa idea di libertà che non vuol dire fare chissà che cosa ma solo vivere come si è nati, liberi, anche nei rapporti, quando tra due persone c’è qualcuno che sminuisce l’altro è sempre una forma di violenza”.