
Parla il medico che ne dà lettura l’ultima domenica: "Simbolo della festa"
"Anticipazioni? Macchè, assolutamente no". No categorico: niente spoiler sul Testamento di Re Giocondo, chi lo vuol sentire, domenica deve esser in piazza quando ne verrà data lettura. Il dottor Roberto Reali la pensa così: medico di famiglia, oggi in pensione, per 40 anni è stato uno stimato professionista, punto di riferimento nella città del Carnevale per la quale è anche la voce, ormai storica, dell’ultimo atto di Sua Maestà, il Testamento.
"Da 26 anni leggo il testamento di Re Giocondo, scritto da Fabio Tiezzi detto Tobia, ce l’ho in mano da una settimana, prima del mio turno l’ultima domenica mi alleno, lo leggo almeno dieci e quindi volte ad alta voce". Sono passati più di venti anni da quando il suo carissimo amico, il professor Solaro Corsi, presidente dell’associazione del Carnevale al tempo, venne da lui in ambulatorio e gli disse: "Da ora in poi lo leggi tu il Testamento".
Ma prima un passo indietro: cos’è il testamento di Re Giocondo? Una messa in rima dei fatti più o meno positivi dell’anno concluso, mettendo alla pubblica berlina eventuali malefatte e disavventure degli abitanti del paese. E poi la sua lettura anticipa il verdetto con cui si dà notizia ai cantieristi di quali sono i vincitori, non prima della Rificolonata, cioè il funerale di Re Giocondo, quando il sovrano, impersonificato da un fantoccio gigante di viene dato in pasto alle fiamme.
"Goliardico, satirico e mordace", così lo definisce la sua voce. Il dottor Reali lo vede così: "Per noi foianesi è il lascito della festa, certo i carri allegorici sono un’opera d’arte ma anche l’opera di Re Giocondo non è da meno - e poi aggiunge - pensi che c’è qualcuno che le combina apposta per finirci dentro e poi ci chiama e ci dice che vuole essere inserito". Tutto molto bello, ma darne lettura è una bella responsabilità. Non è così facile. "È scritto in un’ottava di rima, ci vuole allenamento - scherza ma serio - io per anni ho fatto canti popolari e per darne lettura serve avere ritmo e rispettare la cadenza".
Luca Amodio