Arezzo, 18 luglio 2018 - E’ un collegio che dovrà dare un parere pesantissimo: stimare il valore economico di un bene universale come le carte di Giorgio Vasari. Ma sta diventando un consesso di esperti d’arte da far impallidire i più grandi convegni internazionali del settore. L’ultimo ingresso è di quelli che lasciano il segno: Antonio Paolucci. Sarà proprio lui, ex ministro e fino a pochi mesi fa responsabile dei Musei Vaticani, l’esperto scelto personalmente dal presidente del tribunale di Arezzo, Clelia Galantino.
Una nomina prestigiosa e con forti conoscenze del territorio: Paolucci ha ricevuto la cittadinanza onoraria, è stato sia presidente dei festeggiamenti per il quarantennale della Fiera sia uno degli organizzatori della grande mostra su Piero della Francesca. Aretino d’onore e quasi d’adozione, chiamato a pronunciarsi sul tesoro di un grande aretino come Vasari. Un tesoro che lo Stato ha espropriato ad aprile ai fratelli Festari, ultimi eredi della famiglia Rasponi Spinelli, che aveva detenuto il bene fin dal Seicento.
Davanti al tentativo di vendita delle carte lo Stato aveva risposto sempre picche: con la mossa finale clamorosa, avviare nel luglio del 2017 la procedura di esproprio, poi arrivata a compimento pochi mesi fa. Ma la famiglia, i quattro fratelli Tommaso, Francesco, Leonardo e Antonio, non si sono mai arresi. Neanche davanti a quello che avevano consideratolo schiaffo più doloroso: l’indennizzo notificato per l’esproprio di un milione e mezzo di euro.
Considerato sottostimato in sè: la loro immagine preferita? «Un sonetto di Michelangelo non può costare 200 euro». E soprattutto diviso da un abisso dalla proposta che avevano ricevuto nel 2009 da un oligarca russo. Allora Vassily Stepanov aveva proposto di mettere sul tavolo 150 milioni di euro. Un po’ come se vi aspettaste una Rolls e vi arrivasse una 126, anzi uno scooter. Un indennizzo preceduto da un decreto che stabiliva la pubblica utilità di quell’archivio fin dall’estate scorsa. Un segnale fragoroso, partito da Gino Famiglietti, direttore degli Archivi, che in pratica aveva acceso il motore proprio dell’esproprio.
E non a caso fin da allora la famiglia Festari, tutelata dall’avvocato Guido Cosulich, aveva subito annunciato il primo ricorso al Tar. Ma intanto il rifiuto di quell’indennizzo ha portato alla costituzione in Tribunale della famosa commissione di esperti. Paolucci prende il posto di monsignor Sergio Pagano, vescovo e dal 7 gennaio 1997 prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano e che ha rinunciato perché oberato di impegni.
La famiglia schiera invece Renato Saggiori, un altro big del settore, l’uomo che ha smascherato falsi storici, fino ai finti diari di Mussolini e Hitler. Ancora vacante il rappresentante dello Stato. Una prima partita a tre: in mezzo 32 filze, 6600 fogli che bruciano tra le mani. Un po’ per il loro valore culturale. Un po’ per i venti di guerra che li circonda.